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Vescovo Guido: «Le moto nel Santuario? Dal prossimo anno. Ma…»

Al termine della celebrazione di domenica scorsa al Santuario della Madonnina dei centauri di Castellazzo Bormida, il vescovo di Alessandria monsignor Guido Gallese ha dato un annuncio che è “rimbalzato” anche sulle testate e sulle agenzie di stampa nazionali. L’annuncio è quello del rientro delle moto all’interno del Santuario, a partire dal prossimo anno, dopo “l’embargo” del 2017 e del 2018.

Monsignor Gallese, che cosa è successo domenica?
«Da due anni le moto non entrano nel Santuario, a causa di una grande fatica da parte degli organizzatori nel mettere a fuoco alcuni miglioramenti sulla parte spirituale, che a mio parere è parte fondamentale del raduno dei centauri. Come ha richiamato il sindaco di Castellazzo Gianfranco Ferraris, anch’egli centauro, chi viene al raduno della Madonnina sa che c’è una componente religiosa. La Madonnina di Castellazzo è protettrice di tutti i centauri del mondo. Per cui non si può tollerare che la parte religiosa del raduno sia lasciata in uno stato di abbandono e di desolazione, come l’ho trovata io quando sono arrivato: una grandissima confusione in chiesa durante la Messa, gente che entra con la birra in mano, si fa un selfie con la moto davanti all’altare; oppure motociclisti che “sgasano” a tutto volume sul piazzale durante la celebrazione eucaristica. Tutto questo è inaccettabile, perché impedisce al centauro che ha una motivazione diversa di vivere il momento religioso del motoraduno».

Cosa è cambiato, allora?
«Devo dire grazie a Giancarlo Caroglio, nuovo presidente del motoclub, che si è adoperato con decisione e impegno a migliorare questi aspetti. Domenica siamo arrivati subito a una qualità celebrativa diversa rispetto agli anni scorsi, con una dignità che è quella che compete alla celebrazione eucaristica».

Aveva già in mente di fare entrare le moto nel 2019?
«L’avevo già in mente. Nel libretto di benvenuto avevo scritto che se le cose fossero andate avanti in modo sano, allora avremmo fatto entrare le moto nel Santuario. Il punto non è mai stato cacciare le moto, ma restituire dignità alle celebrazioni. L’anno prossimo contiamo di fare entrare le moto a motore spento il sabato sera, in occasione del Rosario recitato dai centauri per i motociclisti defunti».

È un primo passo per il “rientro in grande stile” delle moto la domenica mattina?
«No, il “rientro in grande stile” è questo, non ce ne saranno altri. Dal momento che le motociclette non beneficiano dei frutti del sacrificio eucaristico, è bene che in tale occasione non ci siano distrazioni dalle celebrazioni».

Abbiamo letto che alcune delegazioni estere avrebbero richiesto l’ingresso delle moto nel Santuario, anche in maniera abbastanza “energica”. È così?
«No, non è così: non è stata energica, ma inopportuna, perché si trattava di un momento istituzionale. Il presidente della sezione belga ha espresso il suo disappunto contro chi “vuole distruggere la tradizione delle moto in Santuario”. Sono andato subito a parlargli di persona e gli ho spiegato che, non avendo in passato riscontrato da parte degli organizzatori miglioramenti sostanziali nella celebrazione, come invece abbiamo chiaramente visto quest’anno, abbiamo dovuto temporaneamente escludere le moto dal Santuario. E allora lui mi ha risposto: “Ah, è proprio vero che bisogna sentire tutte le campane!”».

Ultima domanda: a lei il raduno dei centauri piace?
«Per come è andato quest’anno, vedo le premesse perché possa piacermi, e anche tanto! Certo è che deve crescere ancora molto in un aspetto, quello spirituale, che, se diventa trainante, può far acquisire al raduno un vero profilo internazionale».

Andrea Antonuccio

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