Nel marzo 2018 abbiamo scritto su queste pagine il “Coraggio di Antonio”, la cui casa veniva posta all’asta per cifre ridicole e mortificanti.
La casa è stata svenduta, ma coraggiosamente Antonio continua la sua battaglia, perché si tratta di una vicenda che riassume in se tutto lo scempio che si sta compiendo del patrimonio immobiliare delle famiglie italiane.
In un libro daremo un resoconto completo della vicenda ma bastano alcune note per connotarne l’assurdità:
1. Il pignoramento è fatto su cifre falsate
La banca chiede 49.304,93 euro, a cui giunge sommando le seguenti voci: residuo mutuo 9.922,98 euro, spese 529,86 euro, interessi di mora il 31/08/2010 38.852,29 euro.
Ma il 12/10/2009 aveva inviato alla famiglia Marocco un documento in cui troviamo scritto: “le precisiamo che il credito attuale della …. per capitale e interessi al 10/10/2009 ammonta a euro 11.865,52”.
Sarà la famiglia Marocco a far valere, se lo riterrà opportuno, in sede penale questo evidente falso in atto pubblico e truffa nei suoi confronti; ma quanto è successo si presta ad alcune considerazioni:
a. In 6 anni e 8 esperimenti di asta questo documento non è mai stato preso in considerazione per le difficoltà finanziarie della famiglia di dotarsi i professionisti adeguati e perché, anche quando è stato esibito, probabilmente non è mai stato letto. Lo storytelling dominante ormai è che i creditori e non i debitori sono la parte debole da tutelare da parte della magistratura. Il settore esecuzioni immobiliari è diventato un’enorme macina di pratiche e di famiglie in cui, spesso, abbiamo la certezza che gli atti dei debitori non vengono nemmeno letti.
b. Se questo appena descritto succedeva 6/7 anni fa, prima delle famigerate norme del 2015 e del 2016, prima che diventasse praticamente norma giurisprudenziale che “l’Europa ci chiede di accelerare le esecuzioni immobiliari”, cosa sta succedendo nei tribunali in questo momento?
2. La perizia al ribasso
a. il 24/10/2014 viene depositata una relazione di stima degli immobili. È meno vergognosamente al ribasso e meno piena di miserevoli trucchi contabili di quelle realizzate dal 2017 in poi. È però interessante dedicarle qualche nota perché l’attuale meccanismo delle aste giudiziarie, grazie anche a perizie di questo genere, ha contribuito a determinare un calo dei valori immobiliari di proprietà delle famiglie, e quindi della ricchezza nazionale fra il 2006 ed il 2016 dell’11,9 per cento pari a 24.360 euro in media. La proprietà viene così descritta:
Superficie commerciale fabbricato: 411,00 metri quadri
Superficie commerciale terreni: 1.547,0 metri quadri
Il perito attribuiva un valore di 328.800,00 euro portando il valore al metro quadro dell’immobile a 683,00 euro, una cifra vicina a quella esposta dall’Ufficio delle Entrate per i box nello stesso comune. Gli immobili della famiglia di Antonio sono sviliti a livello di box. Si parte già con una valutazione lesiva dei diritti degli esecutati che, fino a prova contraria, godono dei diritti di tutti gli altri cittadini italiani.
Abbiamo fatto effettuare a un esperto perito immobiliare operante in quella zona una valutazione oggettiva della proprietà basata:
1. Sui dati Omi, i dati ufficiali forniti dall’Agenzia delle Entrate sulla base della rilevazione delle compravendite effettivamente realizzate dai notai della zona.
2. Sul valore dei circa 700 metri quadrati di terreno edificabile. Il perito da noi interpellato ha fatto una valutazione non finalizzata alla svalutazione del bene per deprimerne il valore e consentire così un eventuale celere recupero dei creditori. Ha fatto invece una valutazione, come peraltro è normale in paesi più civili del nostro, che tenga conto degli interessi congiunti dei creditori e dei debitori. Ha quindi considerato che l’immobile in cui risiedeva la famiglia era situato in un comune ad alta intensità occupazionale e in cui i valori immobiliari stanno crescendo. Ha rilevato anche che non esistono nel centro abitato del comune lotti simili. Sulla proprietà di Antonio, radendo al suolo l’attuale immobile, si possono costruire, perlomeno, quattro importanti villette o un condominio.
3. il valore reale commerciale in una compravendita effettuata attraverso agenzie e notai risulta quindi essere, pur con una valutazione molto prudenziale, di 389.210,00 euro.
All’asta la casa è stata svenduta per 66.000,00 euro. Segue sul prossimo numero.
Per segnalazioni o richieste di aiuto: segreteria.favordebitoris@gmail.com.
Giovanni Pastore