Sogno per tutte le tasche perché le “Hot Wheels” costano sempre come un cheeseburger: il bambino americano medio ne possiede una quarantina, ma c’è chi è andato oltre, come Renato Gavazza di Asti o, molto più in là, come Bruce Pascal, che ostenta sul web una collezione da Guinness… Al debutto, nel 1968, furono solo sedici le macchinine del primo catalogo, quelle che i collezionisti e gli appassionati di tutto il mondo chiamano con affettuosa nostalgia le “sweet sixteen”. L’esordio di un successo planetario da sei miliardi di modellini venduti, venne lanciato dall’americana Mattel e chiamato “Hot Wheels”, dall’inglese “ruote roventi”. Il progetto prese forma dalla matita di un designer che veniva direttamente dall’industria automobilistica nonostante un’iniziale perplessità della Mattel. Il primo esemplare Mattel ad uscire dalla linea di produzione fu una normalissima, per gli Americani, Chevrolet Camaro del 1967 di colore blu scuro. Gli altri modelli riguardavano non solo le sportive “muscle car”, ma anche prototipi dell’epoca o rielaborazioni di modelli storici come la Ford 1913. Quello che distingueva le prime HW dalla concorrenza, come mi ha raccontato Renato Gavazza, che vende e acquista questi modellini (3887404579), era la brillantissima verniciatura in diverse tonalità, che rendeva le piccole superbolidi qualcosa di davvero spettacolare. In più la velocità delle ruote (ammortizzate), ottenuta grazie all’impiego di un minuscolo cuscinetto in plastica rigida nella parte interna della ruota. Le Hot Wheels erano i modellini più veloci e, all’inizio sul mercato statunitense, il successo fu repentino e travolgente. I modelli precedenti a qualsiasi modifica sono diventati, col tempo, i pezzi più ricercati e costosi di tutte le serie “Hot Wheels”, arrivando ad essere quotati fino a settantamila dollari ad esemplare ! I soggetti più rari sono quelli verniciati in colore rosa, in quanto fu ritenuta dalla Mattel una scelta troppo “da femmine” e, di conseguenza, limitata a pochi esemplari. Negli anni la crescita delle vetture scala 1:64 non si è mai fermata, annoverando via via interessanti esemplari di fantasia. Le Hot Wheels fecero scuola anche da noi, in un contesto decisamente rampante e meno americano, proprio per il fatto che furono le prime ad esibire, sulla carrozzeria, decalcomanie, loghi, decorazioni coloratissime ed originali, una trovata che fece impennare le vendite alla metà degli anni ‘70. Negli ultimi decenni il successo delle piccole saette porterà ad accordi con le case di produzione cinematografica (veicoli protagonisti di film, serie tv e cartoni animati), con brand famosissimi come la Nintendo o il fast-food McDonald’s (per l’Happy Meal). Dagli anni ‘90 entrano in catalogo aerei ed elicotteri, mentre nel decennio successivo sarà la volta dei videogiochi e della tv con protagoniste le HW e i loro piloti. Renato avrà già comprato, scommetto, tutti gli esemplari con la carrozzeria dedicata al recente anniversario: mezzo secolo di fantasia di milioni di bambini lanciata proiettile lungo le curve e i giri della morte delle celebri piste arancioni…
Mara Ferrari