Palazzo Mazzetti ad Asti (corso Vittorio Alfieri 357) ospita Chagall con la mostra intitolata “Colore e magia”: 150 opere dell’artista bielorusso di rara visibilità perché provenienti per la maggior parte da collezioni private. Curatrice del vernissage l’aragonese Dolores Durán Úcar che riprende le opere del maestro in tre fasi: la prima, riferita agli Anni 20, è la più colorata e si riferisce al periodo “Sogni, favole e religione”, in cui il pittore ritorna in Russia, da Parigi, dopo la Rivoluzione d’ottobre. La seconda fase, quella degli Anni 50, forse la più onirica, è legata alla rappresentazione del circo, dei sogni e dei fiori. Infine l’ultima, “Guerra ed esodo”, con il secondo conflitto mondiale e la persecuzione razziale. La mostra concentra la propria attenzione sullo stile dell’artista, influenzato dalle sue tre culture di origine e di riferimento: quella ebraica, quella russa e quella occidentale. Un viaggio tra dipinti, disegni, acquerelli e incisioni che riproducono un immaginario onirico in cui è difficile discernere il confine tra realtà e sogno.
La mostra, iniziata il 27 settembre, durerà fino al 3 febbraio 2019. Questa però è solo la prima iniziativa di un progetto artistico molto importante. E’ stata infatti presentata il 15 ottobre la Fondazione “Asti Musei”, il nuovo ente costituito dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Asti, dalla Fondazione Mazzetti e dal Comune di Asti. Filippo Ghisi, il direttore della nuova Fondazione ha tre obiettivi: l’organizzazione delle rete dei musei, la crescita delle presenze attraverso un’azione di fundraising e infine un obiettivo didattico, portare tutte le scuole piemontesi a visitare i musei astigiani. Con un incoraggiamento eccellente: Vittorio Sgarbi ha applaudito la decisione di unire tutti i musei sotto un’unica fondazione definendo Asti “modello per l’Italia e per l’Europa”. Chi meglio di Marc Chagall poteva quindi dare inizio a un progetto che da utopico e onirico è diventato reale?
Informazioni e prenotazioni su www.astichagall.it.
Andrea Allegra