«Come vescovi non intendiamo stare alla finestra». Lo ha garantito il cardinal Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei, che ha dedicato gran parte della sua introduzione ai lavori dell’assemblea dei vescovi italiani, in corso in Vaticano, ai temi politici di un Paese “sospeso”, in cui «gli effetti della crisi economica si fanno sentire in maniera pesante, aumentando l’incertezza e la precarietà, l’infelicità e il rancore sociale» e dove dominano «un linguaggio imbarbarito e arrogante», che soffia sul fuoco delle divisioni e delle paure collettive, a partire da quella dei migranti. Bassetti ha pronunciato un “no” deciso alla “caricatura” che i media hanno di recente offerto «della nostra Chiesa, quasi fossimo preoccupati essenzialmente di difendere posizioni di privilegio e tornaconto personale». Lavoro, famiglie ferite, anziani, scuola “che non escluda i nuovi italiani” e “ripensamento” della legge di cittadinanza tra le priorità delle vere “preoccupazioni” della Chiesa italiana, che «vuole contribuire alla crescita di una società più libera, plurale e solidale, che lo stesso Stato è chiamato a promuovere e sostenere». Due i “principi” attorno ai quali i vescovi si riconoscono, e che fanno parte della storia del movimento cattolico: il servizio al bene comune e la laicità della politica.
M. Michela Nicolais
fonte: Agensir