Questa settimana su Avvenire ho parlato dei chili – una media di due, calcolata chissà con quali algoritmi – accumulati durante le feste. Ma anche della serie di articoli pubblicati su pressoché tutti i quotidiani che paventano diete di ogni tipologia e genere (tra queste anche una che invita a mangiare ghiaccio, accanto al “mese vegano” promosso per ritrovare la propria forma).
Ma è davvero questa la fotografia del nostro Paese, sempre uguale ogni anno, con consigli paterni su come tornare in forma? I dietologi si sbizzarriscono, ma alla fine vince la regola del buon senso: porzioni ridotte, attività fisica, cibi semplici evitando fritture e grassi. Niente di nuovo sotto il sole, anche se due notizie, provenienti da due Comuni, Luzzara e Pont San Martin, hanno fatto breccia fra i cliché della comunicazione di inizio anno.
Nel primo Comune del Mantovano, il sindaco avrebbe abolito la cattiveria. Il furto degli addobbi natalizi nel presepe dell’asilo ha mobilitato tutta la comunità, che si è prodigata anche per riaprire il proprio teatro lavorando alla sua ricostruzione. E qui è emerso quel senso di comunità evocato anche nel discorso di inizio anno dal Presidente Mattarella. Il secondo esempio, a Pont San Martin, invita a donare cibo ai poveri in cambio di meno tasse. Riguarda quegli esercizi commerciali che si prodigano nel donare i cibi vicini alla scadenza. Se doni 50 chili di cibo in due tranche, ottieni uno sconto sulla Tari. E anche qui c’è l’idea dei bisogni di una comunità.
Due filoni di notizie che sembrano in contraddizione l’uno con l’altro: da una parte un popolo in sovrappeso che si butta in palestra per tornare in forma, dall’altra l’esempio delle comunità che cercano di intercettare i bisogni, perché questa parola, comunità, abbia un senso all’altezza della propria dignità. Tutto questo succede nell’anno che sarà ricordato per aver messo in scena l’eterna battaglia fra chi sfoga una rabbia e chi confluisce il disagio in un atto di costruzione. L’8 gennaio il Vangelo ricordava il miracolo dei pani e dei pesci. Che è la metafora del pane consumato dentro a una comunità di 5 mila persone che ha guardato in un’unica direzione per ricevere una risposta. Anche nel piccolo si può indicare una direzione da perseguire, che non è la rabbia, ma l’assunzione di responsabilità.
Paolo Massobrio