«È tutto finito, ho 64 anni, sono malato e sono cambiato». Sono queste le prime parole di Cesare Battisti pronunciate all’arrivo nel carcere di Oristano. L’ex leader dei Pac (Proletari armati per il Comunismo) è stato arrestato sabato a Santa Cruz de La Sierra, in Bolivia, dopo mesi di latitanza. Un sistema di controllo sofisticato su una quindicina tra telefoni, tablet e pc intestati a prestanome hanno consentito di “seguire” gli spostamenti dell’ex terrorista. L’Italia, che attendeva la sua cattura da 40 anni, ha riavuto Battisti lunedì 14 gennaio alle 11.36 allo scalo romano di Ciampino. Ad attendere il suo arrivo il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, e il titolare del Viminale, Matteo Salvini. Nel nostro Paese l’ex terrorista, originario di Cisterna di Latina, non mette piede da quando nell’81 evase dal carcere di Frosinone e iniziò la sua latitanza tra la Francia (dove divenne uno scrittore famoso), il Messico e il Brasile. Ora la permanenza nel carcere sardo di Oristano, dove sconterà l’ergastolo con i primi sei mesi d’isolamento diurno. Su di lui grava la condanna per quattro omicidi effettuati durante gli anni di piombo: due commessi materialmente e due in concorso.
Alessandro Venticinque