Lettere in Redazione – La Valfré “abbandonata”

Egregio Direttore,
quando le lungimiranti menti, di valenti e volenti personalità cittadine decisero di istituire anche in Alessandria un ramo dell’Università, il locale disponibile più idoneo per la sede sembrò essere una parte della rimasta sede del vecchio e glorioso Cappellificio Borsalino, da poco demolito. In tempi successivi l’incremento dell’ateneo sia per materie trattate, sia per frequenze di studenti, vide la creazione di un distaccamento in viale Teresa Michel, e magari non sarà neanche l’ultimo. Il complesso della dismessa Caserma Valfrè è attualmente a disposizione della nostra Amministrazione Comunale, e a chi l’ha frequentata in altri tempi fa pena vederla in uno stato di abbandono, solo talvolta utilizzato per manifestazioni enogastronomiche e musicali, pare quindi strano che nessuna personalità di spicco tra Intellettuali, Politici, Amministratori, Imprenditori, Artisti, cittadini, abbia avanzato proposte per la costituzione presso tale caserma, di un polo universitario di prestigio, tipo “College”, in quanto esistono in essa locali adatti per: Uffici di Direzione e Segreteria, sale per Docenti, Aula Magna, Biblioteca universitaria, Palestre e percorsi ginnici all’aperto, Aule per studio e laboratori sperimentali, Camere per il pernottamento degli studenti provenienti da fuori città, posteggi auto per studenti pendolari, una cucina con sala mensa per Docenti e studenti, un bar con sale ludiche a disposizione.

Una discreta parte del terreno libero, verso via Monterotondo, già recintato da un alto muro, potrebbe essere dotato di alberi d’alto fusto, alla cui ombra gli studenti potrebbero sostare per un ripasso delle lezioni.Il fatto che una parte del complesso sia già stata assegnata all’Archivio di Stato, può essere una opportunità per la consultazione di documenti da parte di studenti interessati. Come sempre però per realizzarsi necessitano due cose importanti: La Volontà ed il Capitale; spero solo che questo notevole esempio di Complesso Militare, non faccia la fine della adiacente vecchia fabbrica Borsalino.

Carlo Re