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Speciale Giorno della Memoria – Potrebbe accadere ancora

Poco più di ottanta anni fa, venivano promulgate in Italia “le leggi razziali” le quali, con una incredibile intensificazioni, diventarono nell’arco di pochi anni sempre più limitative e vessatorie nei confronti degli Ebrei italiani, fino a giungere – dopo il 25 luglio 1943 – leggi di “persecuzione”molto severe , degradando gli Ebrei italiani e quelli che in Italia risiedevano, a cittadini inferiori , senza più nessun diritto. Dopo L’8 settembre 1943 iniziò un periodo, che durò fino alla fine della guerra, durante il quale la loro stessa esistenza fu messa a grave rischio, privati della cittadinanza e dichiarati “nemici” degli altri italiani.

Molti furono mandati in Germania per poi non fare ritorno, nei campi tedeschi dove, dopo la morte civile, trovarono quella vera e propria fra enormi sofferenze. Alcuni Ebrei Italiani non sopportarono tali ingiustizie e si suicidarono, sperando in questo modo di salvare la propria famiglia nella quale vi erano alcuni rami cattolici. Fra questi un celebre editore che, il 29 novembre 1938, a sessanta anni di età, si lanciò dalla famosa torre della Ghirlandina di Modena. Era Angelo Formiggini, che in un ultimo messaggio alla moglie: scrisse: “sopprimendo me, affranco la mia diletta famigliola dalle vessazioni che le potrebbero derivare: diventa ariana pura e sarà indisturbata”. Con il passare degli anni la tragedia divenne insopportabile e molti tentarono di salvarsi espatriando con documenti falsi, in sud America, in nord America e soprattutto in Svizzera. Così fecero i miei genitori, che a settembre 1943, scapparono da Alessandria e separatamente: con l’aiuto della Guardia di Finanza, mio padre, e attraversano le montagne, mia madre. Riuscirono ad essere accolti in Svizzera, quali profughi, in luoghi separati per poi ricongiungersi dopo circa un anno.

Non così fortunato fu mio nonno materno, Cesare Sacerdote, che rimandato in Italia dalla Svizzera, fu arrestato a Varese, inviato a Fossoli e con uno degli ultimi treni merci diretti in Germania arrivò ad Auschwitz, dove probabilmente morì a gennaio del 1945. Molti altri miei parenti fecero la stessa fine avendo l’unica colpa di essere Ebrei, quindi esseri inferiori non più degni di vivere. Tutto ciò è accaduto non molti anni addietro ed un uomo come Primo Levi ci ha messo sull’avviso: “È avvenuto, quindi può accadere di nuovo”. Per questo è necessario un lavoro lungo nel tempo e diffuso per la formazione di un’adeguata coscienza civile, che veda coinvolte tutte le generazioni, soprattutto le più giovani, affinché simili fatti non si ripetano. Il giorno della memoria non deve essere solo una ricorrenza fine a se stessa, ma qualcosa che ogni giorno aiuti a debellare l’indifferenza, il male peggiore che può portare al ripetersi di tali tragedie. Il capo dello Stato, Sergio Mattarella, ha definito le leggi razziali “una macchia indelebile e una pagina infamante della nostra storia”. Dei 6850 Ebrei italiani deportati nei campi di sterminio, ne torneranno soltanto 837.

Paola Vitale
della comunità ebraica di Alessandria 

Leggi anche: L’intervista ad Angelo Teruzzi ( https://bit.ly/2AX4Ozu )

Leggi anche: La Chiesa e la Shoah del professor Agostino Pietrasanta ( http://lavocealessandrina.it/?p=10427&preview=true )

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