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Città nostra – Code alle poste…

Al civico n° 32 di via Testore è ubicato un ufficio postale dotato di tre sportelli, due dei quali erano un tempo adibiti all’attività di Banco Posta e il terzo ai servizi postali; la sua operatrice, terminate le proprie incombenze, collaborava con le altre colleghe con piena soddisfazione dei clienti. Attualmente tutti gli sportelli svolgono le stesse operazioni per gli utenti disposti in un’unica fila. Questa, per esigenze di spazio, si articola sulle prime tre persone in coda, le altre disposte a destra, a sinistra o sedute. Questa sistemazione obbliga però chi deve spedire anche solo una raccomandata ad attendere il proprio turno, magari per un’ora. Possibile che non si possa dotare anche questo ufficio con un “Numeratore d’attesa”, in modo che gli utenti possano determinare il tempo occorrente alla propria chiamata, e quindi decidere se espletare altre commissioni e rientrare al momento del proprio turno, anziché restare in coda, evitando discussioni sulle precedenze o conversando coi vicini disturbando le sportelliste? Quando lo Stato rinuncia a farsi valere nel ruolo di gestore dei servizi di pubblica utilità, questi, per incrementare i loro utili, sono costretti a eliminare o ridurre certe prestazioni a discapito dei cittadini. Succede infatti per il servizio ferroviario, sempre caotico, per le autostrade col crollo dei ponti, e anche per il servizio postale con il recapito della corrispondenza: una volta giornaliero, oggi non si sa se a giorni prestabiliti o a discrezione dei portalettere. Così agli abbonati ai giornali capita a volte di non poter leggere le notizie nel giorno di uscita delle testate, ma solo a posteriori. Eppure sono sorte ditte che guadagnano recapitando bollette varie e corrispondenza bancaria, e forse con tariffe inferiori a quelle postali. Auguriamoci che i vari disservizi pubblici ritornino a essere dei regolari pubblici servizi.

Carlo Re

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