Carissimi, stiamo celebrando la liturgia della seconda Domenica di Pasqua, cioè la Domenica della Divina misericordiosa. È stato il papa, San Giovanni Paolo II che ha voluto dare questo nome e istituire questa festa, per ricordare che il Signore ha misericordia. E la liturgia, in effetti, ci ricorda che il ministero di Gesù è un ministero di Salvezza. E la presenza di queste reliquie di Bernadette è in questa direzione. “Sempre più, però, venivano aggiunti credenti al Signore, una moltitudine di uomini e di donne, tanto che portavano gli ammalati persino nelle piazze, ponendoli su lettucci e barelle, perché, quando Pietro passava, almeno la sua ombra coprisse qualcuno di loro”. All’inizio della Chiesa succede subito questa cosa particolare e strana. Che succede anche a Lourdes e non solo.
Ma diciamo che se vogliamo guardare con uno sguardo tipicamente scientifico, dovremo dire che Lourdes è un luogo straordinario per quello che accade. Dove i miracoli certificati sono un certo numero, ma quelli avvenuti molti e molti di più. E questa cosa che accade a Lourdes, che accadeva a San Pietro, era la stessa che accadeva a Gesù. La cosa strana è che Gesù, quando è venuto nel mondo, ha voluto svolgere un ministero che era molto simile al mistero dei medici, perché guariva tante persone. La domanda è perché Gesù guariva tutte queste persone? […] Perché Gesù stava annunciando una Parola che è dura anche per noi. È venuto il tempo della Misericordia e della Salvezza. Ma la Misericordia non è una cosa lassista, come noi. La Misericordia è: “Sappi che tu puoi avere la grazia per vivere santamente, e quindi puoi essere salvato, ma dipende da te. Se accogli questa grazia solo con le tue forze non ce la puoi fare. Ma se questa grazia tu la accogli con Dio puoi essere santo, e questo è per tutti”.
Qua dentro non c’è nessuno di noi che non sia in grado di essere santo. Lo ripeto: qua dentro, intendo tutti quelli che siamo noi e nessuno escluso, non c’è proprio nessuno nemmeno quello che si sente più indietro di tutti, che è abbastanza indietro per poter essere santo. La Misericordia consiste proprio in questo: Dio porta una possibilità, che noi dobbiamo cogliere. Non è che Dio ci dice: “Va bene comunque, comportati anche male”. O come qualcuno che dice “non c’è l’inferno”. Dove sta scritto che non c’è, Gesù lo diceva e sapeva quello che diceva anche più dei teologi. La Misericordia consiste nel fatto che Gesù mette alla nostra portata la santità. […] Ecco perché Gesù compie questo ministero, perché tutti abbiamo bisogno di Dio. La vostra presenza qui in questi giorni è anche stata molto eloquente. Giovanni all’inizio dell’Apocalisse descrive la sua visione che ha di Gesù Vede prima sette candelabri d’oro.
In mezzo uno simile un Figlio d’uomo con un abito lungo fino ai piedi e cinto al petto con una fascia d’oro, simbolo regale. E Giovanni cade ai suoi piedi come un morto. Una descrizione bellissima, sono due settimane che sto meditando questa descrizione. Dice anche che ha gli occhi fiammeggianti, gli occhi della carità, perché Gesù ci guarda con amore. Pensate, Egli è qui perché stiamo celebrando la liturgia, e ha queste caratteristiche.[…] Ecco Gesù era morto ed è risorto per sempre. La risurrezione e la guarigione, questa è la chiamata che Dio ha per noi. Solo che per seguire questa chiamata dobbiamo fare qualcosa. Che cosa dobbiamo fare? […] Credere che Dio ci porterà alla Salvezza. Per questo che sentiamo il bisogno di venire da Santa Bernadette, perché lei ha capito. E abbiamo la testimonianza che questa non è un favoletta: qualcuno ha fatto questo cammino e l’ha fatto credendo. È possibile, anche tutti noi qua dentro possiamo. Dobbiamo credere e solo così possiamo risorgere. A noi piace constatare, mettere le mani e toccare.
E la conclusione del discorso di Gesù a Tommaso è questa: perché tu mi hai veduto e mi hai creduto. Non è che tutti gli altri apostoli fossero invece credenti, perché se noi leggiamo un altro evangelista in un brano parallelo: “Allo stesso modo questi non hanno ceduto”. Beati quelli che non hanno visto e hanno creduto. Carissimi fratelli e sorelle, adesso su questo altare viene presente Gesù: il Primo e l’Ultimo, e il Vivente. Colui che era morto e ora vive per sempre. In questa celebrazione è tra noi, e i nostri occhi adesso non potranno vederlo ma la nostra fede sì. Io mi auguro che la vostra fede s’infiammi in questa celebrazione, diventi ardente come gli occhi del Signore nell’Apocalisse.[…] Lo chiediamo con intercessione certa della Beata Vergine Maria e di Santa Bernadette, per cui siamo qui. Sia lodato Gesù Cristo.
Alessandria – Sabato 27 aprile Omelia della Messa pontificale al Santuario N. S. di Lourdes