TRA I BANCHI DI SCUOLA
Debutta il nuovo esame di Maturità
L’esame di maturità 2019 riserverà non poche sorprese. Il ministro Bussetti (nella foto) ha infatti apportato numerose modifiche. Da prossimo maturando, ho il piacere di condividere le novità e le impressioni suscitate dal nuovo format. La modifica più evidente riguarda la terza prova, eliminata senza lasciare traccia. La seconda prova presenterà ora un mix di due materie d’indirizzo. La prima prova si suddividerà in tre tipologie: analisi del testo, analisi e produzione di testo argomentativo; riflessione critica di carattere argomentativo. Anche i punteggi finali saranno modificati, con maggior rilievo dato ai crediti accumulati dalla terza in poi. Ciò che ha colpito di più gli studenti è stata però la formulazione della nuova prova orale. Il colloquio inizierà con la scelta casuale fra tre “buste” contenenti tre documenti scelti precedentemente dalla commissione. Dal documento sorteggiato si svilupperà un discorso interdisciplinare. A ciò seguirà una breve relazione sull’esperienza di alternanza scuola-lavoro. Il ministro Bussetti è stato molto criticato per la riforma. Io sono convinto che ci siano aspetti positivi e negativi da prendere in considerazione. La nuova formula dell’orale potrebbe riservare sorprese positive per qualcuno, per il suo carattere meno squisitamente teorico e più incentrato sulle competenze. La relazione darà un accento più personale e quindi più “vero” al colloquio rispetto alla tradizionale tesina.
L’eliminazione della terza prova permetterà di avere un test in meno a cui dover pensare, e il maggior peso dato al percorso degli ultimi tre anni consentirà probabilmente una valutazione finale più conforme all’impegno di ogni studente. Per contro, nessuno sa veramente cosa aspettarsi. Le modifiche sono state tardive e le scuole non si sono preparate adeguatamente. Gli stessi professori in alcuni casi non conoscono i dettagli delle varie prove. Sui docenti coordinatori gravano grosse responsabilità e nuove problematiche, come la raccolta di molti documenti sul percorso di alternanza scuola-lavoro. Quel che sarebbe interessante scoprire sono le motivazioni di questa vera e propria rivoluzione. Probabilmente era ora di svecchiare prove divenute forse troppo aride e lontane dall’esperienza personale degli alunni. Di certo, l’esame di maturità non è mai stato un gioco, e mai lo sarà, tanto meno quest’anno. A noi studenti l’obbligo del massimo impegno, consapevoli che le novità potrebbero non essere così negative e che, in ogni caso, tutto (o quasi) dipenderà da noi stessi.
Marco Lovisolo