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«Grazie perché camminate con Cristo»

MONSIGNOR GUIDO GALLESE 

L’omelia del nostro Vescovo durante la Messa per la Solennità del Corpus Domini

Carissimi, l’Eucarestia è il mistero che in qualche modo illustra la nostra presenza nel mondo. E la nostra presenza è particolare perché è una presenza che anima la vita del mondo, come l’anima rispetto al cuore. Questa presenza è una presenza nascosta che non appare ma che è efficace. Il nostro mondo dell’immagine che colpisce in modo così forte, che orienta le nostre vite appunto attraverso questa immagine, anzi, che gioca sulle immagini facendo diventare spesso maschere per sviare da ogni contenuto, questo mondo si trova esattamente nella posizione opposta a quella dell’Eucarestia. L’Eucarestia fa vedere un’immagine veramente povera: un po’ di pane e un po’ di vino. Cosa c’è di più semplice di questo? Cosa di più usuale e abituale di questo?

Eppure sotto questa apparenza così semplice, quotidiana e consueta, è presente il corpo, sangue, anima e divinità di nostro Signore Gesù Cristo. Qui l’apparenza è poca e la presenza è forte, mentre nel mondo della comunicazione, l’immagine e il look sono fondamentali, il contenuto è facoltativo. Talvolta non è neppure necessario che ci sia. Questo approdo ci fa riflettere, perché ci indica un modo di essere nel mondo che sia di sostanza e non di apparenza. E nel mondo dell’apparenza essere sostanza è faticoso perché la nostra mente non è abituata a pensare in forma di sostanza, ma in forma di apparenza, e fatica a vivere una sostanza prescindendo dall’apparenza. È molto difficile oggi perché certamente qualcosa va comunicato, ma ciò che conta non è comunicare per comunicare, tanto per esserci, ma esserci in forma di donazione come l’Eucarestia ci suggerisce. Perciò “questo è il mio corpo che è per voi”, che è consegnato a voi, e “questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue”. Due categorie difficili da comprendere per noi che non siamo abituati a un pensiero sacrificale, nel senso religioso nel termine, e non siamo abituati a un’alleanza in riferimento al sangue. Sono due categorie che ci sfuggono, dobbiamo fare uno studio storico per capire che cosa intende Gesù. Per ciò queste cose che Gesù dice, con il loro significato, sarebbero in realtà ciò che vuole tutta la vita cristiana. Perché il Concilio Vaticano II ci dice che la liturgia è la fonte da cui promana tutta la vita della Chiesa, tutta.

Credo che siano insegnamenti che ancora dobbiamo imparare a capire nel profondo, in grado di vivere altrettanto profondamente nella quotidianità. Abbiamo ancora tanto cammino da fare in questa direzione: ecco il senso di questo moltiplicare il pane da parte di Gesù, di Gesù che guarisce quelli che avevano bisogno di cure e che provvede a sfamare la gente. Perché è solo sfamandoci del senso profondo della vita, che è Cristo, che noi riusciamo ad avere ciò che veramente necessita al nostro cuore e alla nostra anima. Grazie, carissimi fratelli e sorelle, per essere qui numerosi questa sera. Grazie per camminare insieme al nostro Signore attraverso questo gesto di fede: andare processionalmente con Cristo alla chiesa Cattedrale. Con Cristo Eucarestia, fare strada con Lui. “Syn” e “odos”, fare strada insieme con Gesù Cristo che ha detto: “Io sono la vita, io sono la strada”. Grazie per esserci, viviamo in profondità chiedendo a Gesù che trasformi le nostre vite, che ci dia sostanza. Non vogliamo nel mondo essere apparenza, vogliamo essere sostanza. Che il Signore, che in questo mistero si dona a noi con grande generosità e amore, ci contagi. Che questa generosità e questo amore ci contagino per essere presenza viva.

+ Guido Gallese

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