Città nostra
Non migliora la situazione intorno alla Valfrè
C’era una volta un Re (così iniziavano tutte le favole per bambini)… invece c’era un extracomunitario che, desideroso di ricambiare l’aiuto elargitogli, aveva deciso di estirpare le erbacce che crescevano rigogliose sui marciapiedi retrostanti il muro della caserma Valfrè e dintorni limitandosi, modestamente, a collocare ai piedi di un palo della luce una ciotola e un cartello in cui specificava di sentirsi in dovere di fare qualcosa di utile per la città, chiedendo un obolo per dotarsi di sacchi da immondizia e attrezzature. Dopo un discreto periodo l’attività cessò (forse il giovane aveva trovato un lavoro più redditizio), e le erbacce ripresero a crescere rigogliose e ingombranti. In questi giorni l’extracomunitario ha ripreso la sua attività sugli stessi marciapiedi e ha esposto la sua ciotola con il cartello in cui, oltre all’obolo, si offre per un lavoro di giardinaggio.
Un personaggio così schivo e volonteroso merita certo qualcosa di più di un “Bravo”, e chi può veda di dargli un aiuto. Ultimamente il Comune per la Caserma Valfrè ha fatto asfaltare un tratto di marciapiede antistante l’ingresso principale. Probabilmente, asfaltare anche i restanti 50 metri, abbastanza sbrecciati, che restano per arrivare all’angolo di via Monterotondo, avendo a disposizione personale e attrezzature, sarebbe costato poche centinaia di euro in più; mentre, rimandando l’operazione ex novo, la spesa supererà di certo alcune migliaia di euro. Tanto paga Pantalone, e l’impresa ringrazierà per l’ulteriore lavoro assegnatole.
Carlo Re