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Francesco Guccini, il cantautore di Pavana

In libreria e nel mare?

Collezionare per credere

Guccini racconta il “Dizionario delle cose perdute”

Chi l’ha detto che solo i cataloghi, con le loro fotografie e quotazioni, siano in grado di raccontare le nostre sudate raccolte? Una vera e propria Terra di Mezzo “Tolkieniana ”, quella del cantautore emiliano Francesco Guccini , che passa in rassegna le mille cose perdute, simbolo di un tempo che non c’è più: dalla merenda (sana e biologica!) dopo la scuola alla carta carbone, dalle cartoline delle vacanze piene di belle frasi ai meno poetici vespasiani, dalla frizzante idrolitina al bucato fatto con la cenere…“Chi non l’ha visto non potrà descrivere il bianco accecante di quelle lenzuola e chi non l’ha sentito non potrà mai sapere cos’era l’odore, la fragranza di quella biancheria che usciva dal bucato e si mescolava con il profumo dell’erba e di qualche fiore di campo”. Guccini apre ai lettori il baule della memoria collettiva, scavando tra molti aneddoti, facendo riaffiorare sapori, rumori e sogni a dir poco generazionali.

Il suo dizionario delle cose perdute, la cui copertina è suggellata da un austero galeone, quasi a vele spiegate verso l’isola che non c’è più, ci racconta, ad esempio, il profumo delle spezie delle scomparse drogherie o il suono imperfetto, ma genuino di un’autoradio di seconda mano, il gusto autentico di una granita all’arancio e quello della marmellata fatta in casa… Anche chi è nato negli anni Ottanta, come la sottoscritta, trova in questo best-seller (non solo per i collezionisti), molteplici assist per cui esclamare dei concitati “È vero, era proprio così!”; il passato di cui parla Guccini non è solo quello dei lontani anni Cinquanta, ma pure un tempo più vicino, forse Andrea Allegra ancora dietro l’angolo, non del tutto irrecuperabile nella quotidiana routine. In effetti alcune usanze non sono state ancora inghiottite dalla modernità, hanno però mutato forma, in quella metamorfosi che rende digitale il vecchio analogico e virtuale quello che un tempo risultava più tangibile. Ad esempio, le famigerate “catene di Sant’Antonio” non viaggiano più in una busta, ma arrivano per e-mail oppure l’acquario diventa virtuale salvaschermo sul pc! Gli amanti di quello vero, con pesci tropicali, piantine finte e anfore spaccate, tuttavia, possono trovare la loro Avalon al quartiere Cristo, nel piccolo store da poco inaugurato,“Acquariomania”, in via Scazzola 36 (tel. 328-1674802).

Un’anticipazione per piccoli e grandi collezionisti: l’attesissima uscita del classico disneyano in live action “La Sirenetta” farà del 2020 un anno decisamente marino; basta citare il didattico acquario della Playmobil che ricrea il fondale e la cartoleria “L’Onda blu”, una sfiziosa wunderkammer fatta di tante curiosità, in corso F. Cavallotti 54, per sentirsi già con Ariel…In fondo al mar!

Mara Ferrari

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