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Le parole di don Gian Piero Armano

Cultura e fede

“A casa di Zaccheo”, il libro con le omelie del sacerdote della nostra diocesi scomparso nel 2018

“A casa di Zaccheo” è il titolo del volume che raccoglie le omelie di don Gian Piero Armano, prete della nostra diocesi scomparso nell’agosto 2018 e per lunghi anni animatore di realtà tra le più diverse.
La presentazione del libro, presso l’aula magna del suo Istituto Saluzzo, è stata l’occasione per rievocare la figura e la parola di quest’uomo, nato nel 1940 e ordinato presbitero il 29 giugno 1963. L’incontro fondamentale della sua vita, è noto, avvenne con la comunità San Paolo, esperienza iniziata intorno al 1969 da don Maurilio Guasco, don Giorgio Guala e don Guido Ottria nel nuovo quartiere Europa. Per oltre quarant’anni Gian Piero ha condiviso la responsabilità di quel cammino fecondo, che ha portato alla crescita umana e di fede di diverse generazioni. Tutti ricordano poi il suo impegno ecclesiale e civile, sempre coniugato con la passione dell’educatore. Docente appassionato e stimato, specialmente all’Istituto magistrale “Saluzzo”, che ha voluto rendergli omaggio durante la presentazione, dopo il suo pensionamento non aveva interrotto le attività, ma anzi aveva moltiplicato i suoi impegni, rendendosi disponibile presso le parrocchie dove mancavano preti e presso il carcere di S. Michele.

Ma è soprattutto noto a tutti, in questi ultimi anni, il suo impegno a mantenere viva la memoria della barbarie delle stragi fasciste e naziste, specialmente quella vicina a noi della Benedicta, della cui associazione era presidente. Era un impegno instancabile il suo, rivolto specialmente agli studenti delle scuole superiori, ai quali proponeva percorsi approfonditi, attraverso documenti, filmati e visite guidate. Nelle molte omelie del volume, scelte e introdotte efficacemente da Agostino Pietrasanta, curatore del libro, emerge forte ed espressiva la parola di don Gian Piero, la sua personale visione del mondo, dell’uomo e di Dio. Si coglie infatti, dalla cura con cui stendeva i suoi interventi, quanta importanza avesse l’omelia per un uomo come lui, che aveva fatto della trasmissione della parola il centro della sua vita. Gli scritti pubblicati – quelli presenti sul suo computer alla morte – non coprono l’intero itinerario di vita di Gian Piero, ma soltanto gli ultimi anni della sua esistenza: sono cioè scritti della sua maturità, che ci riportano i modi e la parola che tutti abbiamo apprezzato, espressivi dello stile di uomo maturo e paterno che gli è riconosciuto. Papa Francesco, a proposito della predicazione ricorda che “la Chiesa è madre e predica al popolo come una madre che parla a suo figlio, sapendo che il figlio ha fiducia che tutto quanto gli viene insegnato sarà per il suo bene, perché sa di essere amato”. Leggendo gli scritti di Gian Piero qui raccolti si ha proprio questa impressione. Certo, a volte i toni si fanno appassionati e non manca la critica accesa, ma dominante è il tono di fondo del padre che si rivolge alla sua famiglia.

Nelle sue omelie Gian Piero, prete del concilio Vaticano II, insiste spesso sul mistero dell’incarnazione, sul mistero di Dio che si fa uomo, che si fa carne, che si invera nel cuore della storia, ma fuori dai luoghi istituzionali del potere e persino del sacro, anche nella casa di un peccatore come Zaccheo, come ben indica il titolo del volume. La dinamica di fondo, spesso ripetuta e ribadita è proprio questa: la vicinanza di Dio, la sua misericordia senza distinzioni, resa esemplare dalla persona e dalla parola di Gesù Cristo. È possibile acquistare il volume, pubblicato dalle edizioni “L’ulivo e il libro”, associazione fondata da don Walter Fiocchi, presso il Moscardo (via Volturno), la libreria Mondadori (via Trotti) e l’Uisp (via Claro). I proventi saranno destinati dall’associazione al sostegno di progetti in Palestina.

Don Stefano Tessaglia

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