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Covid-19: facciamo chiarezza

Intervista alla pediatra Sabrina Camilli

Dottoressa, è vero che i bambini non vengono contagiati dal coronavirus?
«No. È vero che i bambini prendono l’infezione nella maggior parte dei casi in forma asintomatica e sono facilmente fonte di contagio. Il lato positivo è che i piccoli ricoverati per il Covid-19, per i dati che abbiamo sia dalla Cina che dall’Italia ad oggi, sono tutti in buone condizioni. Anche ad Alessandria le notizie sono positive».

Come possiamo proteggere i bambini a casa?
«I bambini si proteggono come gli adulti. Vanno soprattutto rispettate le norme igieniche: lavarsi le mani più volte al giorno, soprattutto i bambini che giocano in cortile o in giardino. Queste norme non valgono solo per il coronavirus, ma in generale per la pro- filassi di igiene. Evitare contatti il più possibile soprattutto con le persone anziane».

Hanno fatto bene a chiudere le scuole?
«Sono sicura di sì. I dati delle misure più drastiche attuate nella cittadina di Vò, in provincia Padova, stanno dando i risultati sperati: i contagiati di questi giorni sono pari a zero. Purtroppo non tutta la popolazione, in particolare gli anziani, obbedisce all’ordinanza e non capisce che con questo comportamento mette a rischio la loro salute e quella degli altri. E purtroppo le terapie intensive delle nostre città sono sempre più al limite…».

Fare una passeggiata con figli e nipoti è pericoloso?
«È necessario fare dei sacrifici. Meno si esce e meno si contagia. Chi ha un balcone, o un piccolo spazio esterno, utilizzi quello. Almeno per queste due settimane cercare di ridurre al minimo le uscite, facendo capire ai bambini quanto sia importante la loro collaborazione. Sono sicura che i bambini hanno risorse che noi adulti non conosciamo, e possono esserci maestri di comportamento. Ovviamente, ci vuole tanta pazienza da parte di tutti. Questa situazione ci porta ad “allenarci” a fare famiglia, ognuno nella propria casa nonostante le difficoltà, le fragilità e le paure, nonché i limiti di ciascuno di noi».

Lei come si protegge? Sono arrivate le mascherine?
«Seguo le norme igieniche proposte a livello sanitario. Al momento utilizzo mascherine ricevute da amici e colleghi. Noi medici di famiglia, purtroppo, non abbiamo ancora avuto modo di avere protezioni idonee. Ma leggo che questa situazione è comune a diverse zone del Nord Italia, e pian piano anche del Centro e del Sud. Spero che al più presto questa realtà si sblocchi. Il nostro lavoro è prevalentemente di “triage” telefonico, per cercare di stare vicini il più possibile alle famiglie. In caso di situazioni a rischio cerchiamo di proteggerci con tutto il materiale che siamo riusciti a raccogliere, per non lasciare i nostri pazienti da soli. Questa vicenda, che sta coinvolgendo l’intero pianeta, sicuramente ha un suo perché. Il tempo che abbiamo a disposizione ci aiuti a riconnetterci con quel Qualcuno, più grande di noi, che non ci abbandona e non ci lascerà soli nella difficoltà. Io ne sono convinta».

Alessandro Venticinque

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