Home / Chiesa / No alla benedizione di coppie dello stesso sesso

No alla benedizione di coppie dello stesso sesso

Dal Vaticano

Con una nota esplicativa pubblicata il 15 marzo, la Congregazione per la Dottrina della Fede (con il consenso di papa Francesco) ha emesso un “responsum” al “dubium” riguardante la benedizione delle unioni di persone dello stesso sesso. «In alcuni ambiti ecclesiali si stanno diffondendo progetti e proposte di benedizioni per unioni di persone dello stesso sesso. Non di rado, tali progetti sono motivati da una sincera volontà di accoglienza e di accompagnamento delle persone omosessuali, alle quali si propongono cammini di crescita nella fede» si legge nella nota.

Poi il passaggio sulle benedizioni: «Quando si invoca una benedizione su alcune relazioni umane occorre – oltre alla retta intenzione di coloro che ne partecipano – che ciò che viene benedetto sia oggettivamente e positivamente ordinato a ricevere e ad esprimere la grazia, in funzione dei disegni di Dio iscritti nella Creazione e pienamente rivelati da Cristo Signore». Per queste motivazioni «non è lecito impartire una benedizione a relazioni, o a partenariati anche stabili, che implicano una prassi sessuale fuori dal matrimonio (vale a dire, fuori dell’unione indissolubile di un uomo e una donna aperta di per sé alla trasmissione della vita), come è il caso delle unioni fra persone dello stesso sesso».

Un invito alle comunità cristiana e ai Pastori che «sono chiamati ad accogliere con rispetto e delicatezza le persone con inclinazione omosessuale, e sapranno trovare le modalità più adeguate, coerenti con l’insegnamento ecclesiale, per annunciare il Vangelo nella sua pienezza. Queste, nello stesso tempo, riconoscano la sincera vicinanza della Chiesa e ne accolgano con sincera disponibilità gli insegnamenti».

La risposta al dubium, però, «non esclude che vengano impartite benedizioni a singole persone con inclinazione omosessuale». Infatti, conclude la nota, «la Chiesa rammenta che Dio stesso non smette di benedire ciascuno dei suoi figli pellegrinanti in questo mondo, perché per Lui “siamo più importanti di tutti i peccati che noi possiamo fare”. Ma non benedice né può benedire il peccato: benedice l’uomo peccatore, affinché riconosca di essere parte del suo disegno d’amore e si lasci cambiare da Lui. Egli infatti “ci prende come siamo, ma non ci lascia mai come siamo”».

Leggi anche:

 

Check Also

C’è un tempo per curare: Salvatore Martinez ad Alessandria, il video

Il secondo appuntamento del ciclo di incontri per la Quaresima 2024 “C’è un tempo per …

%d