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Il sacrificio di Sophie e dei ragazzi della Rosa Bianca

Giovani cristiani contro il nazismo

Sarà ricordato anche nel cuore del quartiere europeo a Bruxelles il sacrificio di Sophie Scholl e dei ragazzi della Rosa Bianca, coraggiosi oppositori al nazismo, che pagarono con la vita l’impegno generoso e coerente contro la dittatura.

In occasione della Giornata internazionale della donna, l’Ufficio di presidenza del Parlamento europeo ha infatti approvato la proposta di intitolare due dei suoi edifici a Bruxelles a importanti figure di donne europee. La prima è proprio la studentessa tedesca e attivista politica antinazista che, spiega lo stesso Parlamento europeo, faceva parte di “un gruppo di resistenza pacifista guidato da studenti dell’Università di Monaco”. L’edificio dell’Europarlamento che porterà il suo nome è collocato in Rue Wiertz 30-50 a Bruxelles.

Il gruppo della Rosa Bianca era composto da Hans Scholl e dalla sorella minore Sophie, Christoph Probst, Alexander Schmorell e Willi Graf. Una piccola comunità di impronta ecumenica, abbeveratasi agli scritti di molti autori cristiani, fra cui Romano Guardini e Jacques Maritain, alla quale si era aggiunto il professore Kurt Huber. Tra la metà del 1942 e il febbraio del ’43, la Rosa Bianca diffuse centinaia di volantini contro il regime, con l’obiettivo di risvegliare il senso critico dei connazionali, chiamati a prendere le distanze dalla violenza hitleriana.

Sophia Magdalena Scholl (nata il 9 maggio 1921 a Forchtenberg), fu arrestata mentre distribuiva alcuni volantini all’interno dell’Università di Monaco. Dopo una breve detenzione, il 22 febbraio 1943 fu processata sommariamente assieme al fratello Hans e a Christoph Probst, e ritenuta colpevole di tradimento: i tre giovani furono ghigliottinati lo stesso giorno. Il potere nazista si abbatté poi anche sugli altri membri del gruppo.

Gianni Borsa (fonte Agensir)

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