Efal/mcl Alessandria
Luana D’Orazio è una donna di 22 anni morta lo scorso 3 maggio mentre stava lavorando in una fabbrica tessile di Montemurlo, in provincia di Prato. «È una lunghissima litania, quella dei morti sul lavoro. È una litania che si allunga ogni giorno senza arrestarsi. Occorre che le cose cambino» ha detto il vescovo di Pistoia, Fausto Tardelli, nell’omelia. Non è un caso isolato, ma solo un tragico passaggio di una lunghissima schiera di incidenti sul lavoro, che portano l’Italia a registrare circa mille morti all’anno.
A questi si aggiungano gli infortuni, le malattie professionali, le invalidità permanenti. I giornali hanno parlato di “emergenza e di strage continua”. Gli infortuni sul lavoro, tra il 2015 e il 2019 sono passati da 555 mila a 561 mila. Quest’aumento ha anche un’altra faccia da valutare: gli incidenti con esito mortale sono passati, nello stesso periodo preso in considerazione, da 1301 a 1179. Occorre che tutti i sistemi per proteggere i lavoratori, prevalentemente facenti capo al Dlgs 81 del 2008, si introducano per ridurre al minimo i rischi sul posto di lavoro.
Stesso discorso per i volontari delle associazioni, che molte volte, affrontano ruoli pericolosi senza le dovute cautele e le necessarie protezioni. A questo panorama, già di per sé stesso drammatico, si è aggiunto il rischio biologico da Covid-19. Ed è a questi due ultimi elementi che ha pensato l’Efal/Mcl (Ente di formazione addestramento lavoratori del Movimento cristiano lavoratori), in partenariato con la Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria, per offrire corsi di formazione alla sicurezza ai volontari delle associazioni no profit, affinché anche questi ultimi possano avere le stesse informazioni sulla sicurezza del lavoro che impone il loro generoso ruolo.
Così, sono nate le tre edizioni del corso “Covid 19 La protezione del lavoratore e del volontario: i luoghi, le procedure” che prenderanno il via martedì 22 giugno alle 16, presso la sala conferenze del Museo della Gambarina. Ogni corso si articola su sei ore e affronterà i seguenti temi: introduzione (docente: Alfonso Conte); disaster messaging (Efrem Bovo); epidemie nei secoli in Alessandria (Piercarlo Fabbio); dispositivi di protezione individuale (Fulvio Cellerino); principi e le norme anti-covid (Piercarlo Fabbio). Al termine di ogni corso verrà consegnato ai discenti, che sosterranno il test finale, un attestato di partecipazione valido come aggiornamento di formazione alla sicurezza per rischi basso, medio, alto. L’orario di svolgimento sarà dalle 16 alle 19. Nello specifico, le tre edizioni del corso sono state fissate nelle seguenti date.
Corso 1: prima giornata (martedì 22 giugno), seconda giornata (venerdì 25 giugno). Corso 2: prima giornata (mercoledì 30 giugno), seconda giornata (venerdì 2 luglio). Corso 3: prima giornata (martedì 6 luglio), seconda giornata (venerdì 9 luglio). È sufficiente frequentare una sola edizione del corso. Efal/Mcl ha individuato quindi un’offerta, in cofinanziamento con la Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria, che, oltre alle modalità preindicate, si snoda su un principio fondamentale.
Spiegato dal presidente Alfonso Conte: «I contagi da Sars-Cov-2 hanno indotto nel nostro Paese una fitta serie di regole che non sempre è rimasta tale dall’inizio della pandemia a oggi. Possiamo dire che alla pandemia del contagio, si è aggiunta una pandemia di regole. La sua evoluzione ha seguito le mille variabili presenti nella società: orientamenti scientifici, mediazione politica, pressione dell’opinione pubblica».
Il presidente di Efal/Mcl ha poi aggiunto: «Il progetto si propone di formare volontari e lavoratori dell’associazionismo in termini di conoscenza e applicabilità di detta materia, declinando le conoscenze e i saperi a loro luogo di espletamento di attività, così importanti per una società come la nostra, che da tempo vive sulla solidarietà e sulla sussidiarietà, nonché sulla costante presenza dei volontari, sempre pronti ad intervenire sia sul piano assistenziale, sia su quello culturale, sia su quello dell’intrattenimento o dell’occupazione del tempo libero. A ciò si aggiunga la necessità di inquadrare il nostro periodo in una visione storica locale di lungo termine, proponendo il percorso delle epidemie che nei secoli hanno colpito la città».
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