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Il cardinal Becciu rinviato a giudizio

Processo in Vaticano

È durata poco più di 40 minuti, martedì 25 gennaio, la sesta udienza del processo in corso in Vaticano sui presunti illeciti compiuti con i fondi della Santa Sede, nato dall’acquisto di un palazzo a Londra. Gli imputati erano tutti assenti, compreso il cardinal Angelo Becciu, che era stato sempre presente nelle udienze precedenti. Le citazioni a giudizio in questione vengono depositate contestualmente alle parti, accompagnate da alcune pagine di motivazioni. In particolare, sussiste il rinvio a giudizio per tutti gli imputati che erano stati stralciati (Mincione, Tirabassi, Squillace e monsignor Mauro Carlino). Il cardinale Becciu va a giudizio per il reato per cui era stato stralciato (subornazione di testimone), mentre per Tommaso Di Ruzza viene archiviato il reato di peculato e restano in piedi gli altri capi di accusa.

L’avvocato di Becciu, Fabio Viglione, ha parlato di «nullità radicale e assoluta» del rinvio a giudizio per il suo assistito a causa di un «omesso deposito degli atti e documenti informativi, un’amplissima parte dei quali ancora mancanti». Per quanto riguarda l’interrogatorio di monsignor Perlasca, allora capo ufficio amministrativo della prima sezione della Segreteria di Stato, secondo l’avvocato sono stati depositati solo 31 dispositivi informatici e a causa di questo mancato deposito, avvenuto il 23 dicembre, «si configura una nuova nullità che non è stata mai eccepita prima». Il presidente del tribunale vaticano, Giuseppe Pignatone, ha firmato il decreto di citazione e ha fissato questo nuovo rinvio a giudizio alla data del 18 febbraio, alle 9.30, in cui «si valuterà l’eventuale riunione dei due tronconi dell’inchiesta e si deciderà anche sulle varie eccezioni presentate».

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