Lobbi
Si è tenuto domenica 1° maggio nella parrocchia di Lobbi il concerto per il 40° anniversario del Coro parrocchiale, fortemente voluto da don Angelo Campora (nella foto), l’allora giovane parroco prematuramente scomparso il 29 aprile 1990, e a lui poi dedicato.
Più di 40 elementi componevano allora il gruppo canoro, la cui direttrice è sempre stata la dottoressa Giuseppina, ma per tutti Pinuccia Pavese, a cui ieri sono stati tributati i più calorosi ringraziamenti e applausi. Nel tempo, si sono succeduti gli organisti, dal prof. Ilario Polati al dr. Marco Sardi, ora in Inghilterra, che ha fatto giungere i suoi saluti e ricordi, al dr. Stefano Polati; tanti coristi si sono avvicendati o ci hanno lasciato definitivamente, tutti ricordati nella S. Messa che è poi seguita; attualmente i coristi sono una ventina: la più anziana, quasi centenaria, è la signora Lidia Timo che, non potendo essere presente, ha mandato i suoi dolcissimi e simpaticissimi auguri per l’evento.
Il Coro di Lobbi anima, con spirito di servizio, le S. Messe durante le principali funzioni liturgiche sia a Lobbi sia in città, in occasione di funzioni a favore di associazioni che lo invitano regolarmente. Nel concerto sono stati proposti musiche e canti di Mons. Lorenzo Perosi, tipici del repertorio del Coro, il Regina Coeli di Antonio Lotti, un “potpourri” di canti della tradizione mariana, a cui è dedicato il mese di maggio, compreso l’inno alla Madonna della Salve, Patrona di Alessandria, Dolce Sentire “Fratello Sole Sorella Luna”, terminando con Signore delle cime, del compositore vicentino Giuseppe (Bepi) de Marzi, in ricordo di don Angelo, che tanto amava questo canto.
Presenti tante persone, e in particolare i Soci dell’associazione “Don Angelo Campora”, riuniti a Lobbi per l’assemblea di approvazione delle loro attività benefiche e del loro bilancio con il presidente, Carlo Campora, fratello del compianto don Angelo. A seguire, la S. Messa in memoria di don Angelo e di tutti i coristi che lo hanno raggiunto in Paradiso officiata da don Luciano Lombardi e don Edi Moro.
Roberta Taverna