Vocazioni diocesane
Sullo scorso numero di Voce abbiamo dedicato una pagina al 60° di Ordinazione di don Maurilio Guasco, festeggiato il 23 settembre. Diamo spazio ad altre testimonianze di fede e di amicizia, a chi lo conosce bene e… al nostro Vescovo.
Maurilio Guasco e Renato Balduzzi: una collaborazione e un’amicizia che durano da una vita.
«La conoscenza con don Maurilio per me data dall’inizio degli Anni 70. La comunità San Paolo costituiva un punto di riferimento culturale ed ecclesiale imprescindibile, anche per chi, come me, si era formato nei ranghi dell’Azione cattolica diocesana. Il vescovo monsignor Almici mi trasmise la stima verso questo sacerdote per molti aspetti atipico. L’amicizia vera e propria con don Maurilio arriverà tuttavia più tardi, a valle della preparazione diocesana del convegno di Loreto, nella primavera del 1985 e soprattutto in occasione della collaborazione operativa alle iniziative allora chiamate “Lunedì di Avvento”. Esse mossero i primi passi durante l’episcopato di monsignor. Maggioni e poi diventeranno, nel giro di qualche anno, gli attuali “Martedì” di Avvento e di Quaresima, sostenute sempre con convinzione dai vescovi che seguirono (i monsignor Fernando Charrier, Giuseppe Versaldi, Guido Gallese). Collaborare con don Maurilio è stata per me una vera e propria occasione di scoperta culturale, di approfondimento spirituale, anche di revisione di vita. Don Maurilio sa che cosa sono servizio fedeltà lealtà e, oltre a praticare queste dimensioni, stimola e aiuta gli altri a praticarle. Non ricordo una sola occasione di dissidio, in oltre trentacinque anni di collaborazione. I “Martedì” devono a don Maurilio se sono sopravvissuti anche negli anni in cui gli impegni istituzionali mi costringevano a dedicare loro una minore attenzione: ciò è stato reso possibile grazie anche a quella che in molti consideriamo una vera e propria benedizione, che egli cioè abbia accettato di svolgere, per quasi quindici anni, il servizio di assistente del gruppo diocesano del Meic».
Tre aggettivi per definire don Maurilio.
«Me ne vengono in mente tanti, ma starò alla domanda. Il primo è “schietto”. Don Maurilio mi è sempre parso una vivente testimonianza di quel passo evangelico per cui “il vostro parlare sia sì, sì; no, no”, a costo di sembrare talvolta irriverente, ma non dimentichiamo che per lui la “reverenza” è collegata non alle cariche rivestite, ma ai comportamenti concreti e al confronto personale. La sua schiettezza non gli ha mai impedito di dedicarsi agli altri, a tutti gli altri, senza distinzioni improprie e senza dimenticare il precetto evangelico sugli “ultimi”. Il secondo aggettivo, ricollegato al primo, è “generoso”. Prete a tutto tondo, la sua competenza, internazionalmente nota, di storico del cristianesimo gli ha fatto conoscere le virtù della Chiesa al pari delle sue piaghe e delle sue miserie, ma tutto ciò non gli ha mai fatto venire meno l’amore per la comunità ecclesiale, che egli vorrebbe sempre più bella e con meno macchie. Sono sicuro che, nel silenzio di questi per lui difficili anni, la preghiera per la Chiesa sia sempre viva e presente. Il terzo aggettivo è “sobrio”: la sobrietà di vita per lui è un naturale secondo abito, che gli permette di leggere più agevolmente i segni dei tempi, compresi quelli più recenti, per esempio quello concernente l’attenzione alla salvaguardia del creato. Un rammarico (lo dico naturalmente con il sorriso): non sono mai riuscito a convincerlo a superare la sua diffidenza per il vino. Ma, forse, anche questo rientra nella sua sobrietà».
Andrea Antonuccio
LA TESTIMONIANZA DI BARBARA VISCARDI
vimento ecclesiale di impegno culturale) di Alessandria deve tantissimo a don Maurilio Guasco. Accettò di diventare nostro assistente nel 2006 e non mancò mai ai nostri incontri, dimostrando una grande fedeltà al mandato che il vescovo monsignor Giuseppe Versaldi confermò l’anno successivo. Ricordo che, quando andammo a incontrarlo per chiedere la nomina, il vescovo volle accelerare le procedure firmando il relativo decreto su una copia della rivista del movimento “Coscienza”, stupendo perfino don Maurilio. I nostri incontri, ancora oggi, hanno la struttura che don Maurilio propose: iniziano con la riflessione sul Vangelo della domenica precedente, proseguono con il commento di un testo scelto dal gruppo di anno in anno e si concludono con la recita di compieta.
Per Natale e Pasqua le sue omelie di Sant’Alessandro, scritte, diventavano un piccolo regalo da conservare. Al pari delle omelie, anche i testi scelti da commentare per gli incontri sono stati occasione per un percorso di recupero della tradizione ecclesiale più alta, in particolare il Concilio Vaticano II, messa a confronto con i problemi e le necessità del presente. Nel gruppo tutti si sono sentiti sempre interpellati a capire di più e meglio che cosa significa la sequela Christi ogni giorno e tutti si sono messi in gioco nella presentazione di una parte dei testi scelti, perché la lettura e il commento non diventassero momenti passavi. Tutti abbiamo percepito sempre, a volte sotto una scorza apparentemente burbera, affetto e vicinanza nei tanti momenti della vita. Oggi, grazie anche al nostro attuale assistente, don Stefano Tessaglia, ci sentiamo in comunione con don Maurilio, e cerchiamo di continuare su quella strada che ci ha aiutato a tracciare.
LA TESTIMONIANZA DI GIOVANNI MASSOBRIO
Ho conosciuto don Maurilio nel 1963 a Roma. Io ero studente sedicenne torinese in vacanza, lui un giovanissimo sacerdote che stava completando i suoi studi di teologia alla “Gregoriana”. L’incontro con don Maurilio, fu organizzato da mio padre, Bruno Massobrio, che in allora, da pochi mesi, era stato eletto al Senato della Repubblica. Don Maurilio, solerino come mio padre, avrebbe dovuto accompagnarmi al mattino a visitare i Musei Vaticani e la Basilica di San Pietro. Purtroppo ciò non avvenne in quanto il giorno stabilito mi svegliai con un po’ di febbre.
Quando arrivò nel mio hotel, pur prendendo atto della mia indisposizione, si inventò subito un programma alternativo per trascorrere degnamente la mattinata : Una bella conversazione su argomenti che potevano interessare un giovane come me. Gli argomenti che discutemmo furono molteplici; il senso della vita, come doveva essere vissuta, con quali ideali. E poi gli aspetti religiosi, il significato di essere un bravo cattolico, il rapporto con il prossimo, la preghiera come rapporto imprescindibile con il Signore.
Trascorremmo insieme tutta la mattinata, più di quattro ore e quel sacerdote che non conoscevo, divenne subito un amico carissimo e nel tempo anche un padre spirituale con cui confidarmi. Fu una esperienza bellissima che mi trasmise valori e sentimenti che ho sempre portato con me. Negli anni successivi, ho avuto altri momenti di incontro con don Maurilio. Oltre che a Solero, anche a Torino sin da quando era professore di “Storia del pensiero politico contemporaneo” presso l’Università.
Ci incontravamo a “Palazzo Nuovo”, sede in allora delle facoltà umanistiche. Mentre lui andava a far lezione, un veloce saluto con qualche breve “battuta” in solerino. Uomo di grande cultura, non solo religiosa, ha partecipato come relatore ad innumerevoli conferenze. Ricordo la sua presenza alla conferenza “Stiamo rottamando la politica?” che si tenne a Torino nel 2012, nell’ambito della “Cattedra del Dialogo” – Conferenza episcopale piemontese e Pastorale delle comunicazioni sociali. Don Maurilio è molto apprezzato nel campo editoriale, avendo scritto diversi libri frutto di una razionale commistione fra pensieri religiosi, storici e politico-sociali. Ne ho letti alcuni come: “Fascisti e cattolici in una citta rossa” Una attenta analisi di come vissero gli alessandrini di fronte al fascismo, nel periodo 1919- 1939. Forse il suo primo libro scritto nel 1978 per la Franco Angeli Editore. E poi il “Modernismo – i fatti, le idee, i personaggi”. Edito dalla Società San Paolo. Un libro che descrive questo fenomeno rapportandolo al pensiero della Chiesa cattolica. E in fine, “Carità e giustizia” – Don Luigi Di Liegro (1929-1997) edito dal Mulino nel 2012.
Un libro interessantissimo che costituisce la prima biografia storica sulla figura di questo grande e controverso sacerdote, che è stato il fondatore e direttore della Caritas romana. Questo libro ebbe un buon successo. La Voce Alessandrina sul n° 41 del 9 novembre del 2012 pubblicò sia un’ottima recensione del libro, sia il testo di una intervista che don Maurilio rilasciò alla Radio Vaticana.
Nel prossimo mese di novembre, in occasione della festività dei Santi, penso che purtroppo non incontrerò don Maurilio alla messa al cimitero di Solero, come avveniva invece negli anni passati. Dirò per lui una preghiera, affinchè il Signore gli dia la forza per affrontare questo difficile momento della sua vita.