Home / Chiesa / Il saluto di don Egidio Deiana

Il saluto di don Egidio Deiana

Vita della Diocesi

Don Egidio Deiana dopo l’estate ha lasciato la parrocchia dei Salesiani di San Giuseppe Artigiano, in Corso Acqui ad Alessandria, per trasferirsi a Cuneo. Sacerdote molto conosciuto e stimato, don Egidio ha accettato di farsi intervistare da Voce per raccontarci queste novità.

Don Egidio, hai lasciato Alessandria dopo quattro anni: ti dispiace?

«Certamente dispiace. E pure tanto. In quattro anni hai incontrato tante persone, hai vissuto esperienze importanti, hai percorso un tratto di strada significativo come salesiano di Don Bosco e come prete. Hai ricevuto tanto: in umanità, in generosità, in comprensione, in amicizia, nella testimonianza della fede e della preghiera. Non posso che ringraziare. Sono stati anni dominati dalla presenza della pandemia: eppure sono rimasto ammirato dalla dignità, dalla coerenza e dallo spirito di servizio con cui hanno operato tante persone della comunità del centro don Bosco e di San Giuseppe Artigiano. Sono situazioni che ti prendono e ti conquistano. Ti fanno bene. E ora si volta pagina. Ma senza dimenticare, anzi».

Dove sei adesso, e con quale incarico?

«Mi trovo a Cuneo, come parroco della parrocchia San Giovanni Bosco. In piena continuità di ministero pastorale, ma in altro contesto sociale rispetto ad Alessandria. Devo dire che sono stato accolto con molta cordialità e amicizia, in tipico stile di ambiente salesiano che guarda a Don Bosco come riferimento. Ho trovato tante realtà e iniziative: alcune sono come ad Alessandria, e altre sono sorte come risposta a bisogni del territorio. Chiaramente il cuore delle iniziative sono il mondo giovanile, le famiglie e le emergenze caritative. Mi pare ci sia disponibilità e volontariato in tutte le fasce, giovani adulti e anziani. Anche per l’animazione liturgica delle celebrazioni ci sono volontari e volontarie ben preparati».

Come ti sei trovato ad Alessandria?

«Mi sono sentito a casa, a mio agio. È una comunità completa, salesianamente parlando con tante sollecitazioni pastorali sia nella parrocchia sia nell’Oratorio, nella Sportiva e nel Cnos Fap. La pandemia ha portato un forte rallentamento e allontanamento in certe iniziative, ma la fede e l’amore comunitario hanno consentito la continuità di altri interventi, sia nella carità sia nella formazione a vari livelli. Mi porto l’entusiasmo con cui il coro anima la celebrazione domenicale e regala serena fiducia, mi porto la costanza generosa con cui la San Vincenzo e Caritas svolgono il Centro ascolto e l’aiuto ai poveri, mi porto la creatività del servizio dei volontari della Sportiva che sperano di vedere atleti e dirigenti vivere lo spirito oratoriano. Mi porto anche la vivacità del quartiere con i suoi eventi. Ad Alessandria ho incontrato persone valide, generose e competenti: da loro ho appreso tanto e qualcosa la sto inserendo nel mio impegno a Cuneo».

Cosa hai imparato in questi anni per la tua fede?

«Devo essere riconoscente per il bene e la testimonianza di fede e di carità che ho ricevuto ad Alessandria. La pandemia ha consentito di dedicare più cura e tempo ai sacramenti: preparazione battesimi (ce ne sono stati, grazie a Dio!), preparazione matrimonio (anche qui ce ne sono stati sempre, grazie a Dio!), Eucaristia, Confessione, Unzione degli Infermi. La dignità e la fede con cui tante persone hanno vissuto questi sacramenti mi hanno fatto del bene: mi hanno spronato a viverli e celebrarli con fiducia maggiore e con grande delicata carità».

Un saluto ai tuoi parrocchiani del Cristo.

«Vi porto nel cuore con gratitudine. E nella preghiera quotidiana: perché la vostra vita continui a essere vissuta con maggiore serenità e dignità su questa terra e quindi felici nell’eternità. È un saluto che proponeva Don Bosco, e a lui chiedo che interceda per tutti e per ciascuno».

Andrea Antonuccio

Leggi anche:

Check Also

Preghiera e rinnovato impegno per le vittime e i sopravvissuti

18 novembre 2024, IV Giornata nazionale di preghiera per le vittime e i sopravvissuti agli …

%d