Biblioteca civica di Alessandria
“Un doveroso omaggio a uno studioso appassionato di storia alessandrina”. Così Roberto Livraghi ha introdotto l’incontro intitolato “Renato Lanzavecchia. Scritti e Studi di uno storico alessandrino“ che si è tenuto martedì 28 febbraio presso la Biblioteca Civica.
Il Comune di Alessandria, nel costituire presso la Civica un fondo con tutti gli scritti pubblicati dal professor Lanzavecchia, a quattro anni dalla sua scomparsa ha voluto dedicare un incontro alla sua figura di studioso per approfondire i diversi ambiti delle sue attività di storico ed educatore. L’assessore Marina Cornaglia, a nome del Sindaco, e il prof. Luciano Orsini, a nome della Diocesi, hanno portato il saluto delle due istituzioni introducendo i lavori. Orsini, in particolare, ha espresso parole di riconoscimento del ruolo che Lanzavecchia ha ricoperto come storico di formazione Cattolica attivo in un contesto culturale non sempre facile e talvolta restio a riconoscerne i meriti.
Roberto Livraghi, studioso di storia locale e vicepresidente della Società di Storia Arte e Archeologia ha introdotto la parte scientifica, dialogando con I professori Agostino Pietrasanta, Gianluigi Ferraris e con il giornalista Alberto Ballerino.
Nella presentazione, la direttrice della Biblioteca, dott.ssa Laura Polastri, ha ricordato come Renato Lanzavecchia, originario di Predosa dove era nato il 21 agosto 1926, sia stato a lungo docente di lettere all’Istituto Leonardo da Vinci, formando intere generazioni di studenti.
Il suo impegno di educatore si è espresso anche nella scuola per detenuti di don Amilcare Soria, al quale lo legò una sincera amicizia. Attento all’impegno civile in favore della sua città, è stato anche un serio studioso di storia locale: oltre a importanti monografie, si devono ricordare anche i diversi saggi dei quali fu autore per periodici come la “Rivista della Società di Storia, Arte ed Archeologia per le province di Alessandria e Asti” e la “Rassegna economica della Camera di Commercio di Alessandria”.
Livraghi nel suo intervento ha citato le personalità alla base del profilo di studioso di Lanzavecchia: Benedetto Croce (il filosofo per cui “ogni vera storia è storia contemporanea, perchè è evidente che solo un interesse della vita presente ci può muovere ad indagare un fatto del passato”) e poi Geo Pistarino e don Amilcare Soria (con cui Lanzavecchia scrisse i primi lavori, manuali di storia destinati agli studenti). Livraghi ha poi ripercorso sinteticamente I vari passaggi di una carriera di studioso che ha ampiamente superato il mezzo secolo di impegno, producendo studi che oggi consentono di conoscere meglio la storia cittadina dell’Ottocento. Tra le numerose opere – è pronta una bibliografia che ne raccoglie circa 75 – spiccano in particolare i grandi lavori di sintesi storica: la Storia della Diocesi (1999) e la Storia di Alessandria (2006).
Agostino Pietrasanta si è soffermato in particolare sulle ricerche condotte da Lanzavecchia negli anni Settanta su Opera dei Congressi e movimento sociale cattolico negli anni di papa Pecci (Leone XIII) e della Rerum Novarum. In conseguenza di quegli approfondimenti, Madre Carolina Beltrami e madre Teresa Michel sono entrate nel cuore degli interessi di ricerca dello studioso e sono state – insieme a Francesco Faà di Bruno – oggetto delle principali monografie da lui realizzate.
Gianluigi Ferraris, coautore con Renato Lanzavecchia del volume Carlo A-Valle (1815-1873), storico e poeta della patria italiana, ha parlato della sua esperienza di collaborazione intellettuale con il collega. Il profilo di A-Valle, storico ufficiale della città di Alessandria, ha dato l’occasione per ricordarne sia l’impegno come studioso sia quello come letterato, polemista e giornalista. Una seconda personalità citata da Ferraris come oggetto degli interessi di Lanzavecchia è stata poi la figura di Giulio Cesare Cordara, principe dell’Accademia alessandrina degli Immobili, al quale il professore ha dedicato alcuni degli ultimi saggi pubblicati sulla “Rivista di Storia”.
Infine, Alberto Ballerino, proprio in qualità di membro della Società di Storia, Arte ed Archeologia, di cui Lanzavecchia era un socio storico, ha voluto ricordare una caratteristica fondamentale del professore, e cioè l’attenzione ai documenti originali, una particolarità della sua formazione di storico che lo rende molto vicino alla figura del canonico Francesco Gasparolo, l’ultimo esponente, scomparso quasi un secolo fa, della grande scuola storica del collegio Capitolare della Cattedrale. Ballerino, poi ha rievocato con parole commosse un ulteriore campo di attività dello studioso, quello di fondatore della scuola carceraria cittadina insieme all’amico Don Soria.
Nel complesso, davanti a un pubblico numeroso e attento, si è messa a fuoco una panoramica che ha coinvolto figure centrali per la storia della città e della diocesi. L’auspicio è che il fondo librario istituito presso la Biblioteca Civica costituisca un’opportunità di studio e di approfondimento per gli alessandrini e soprattutto per i futuri storici.
Roberto Livraghi