La recensione
Quando si pensa ai santi ci si dipinge talvolta un’immagine particolare del personaggio in questione, costruendo un mito più che un santo. Papa Francesco nel 2016 però disse: «Non c’è santo senza passato né peccatore senza futuro. Basta rispondere all’invito con il cuore umile e sincero. La Chiesa non è una comunità di perfetti, ma di discepoli in cammino, che seguono il Signore perché si riconoscono peccatori e bisognosi del suo perdono».
L’insegnante Leonardo Tondelli (nella foto) da molti anni cura sul sito ilpost.it una rubrica dedicata ai santi; da quell’esperienza è nato il Catalogo dei santi ribelli, pubblicato da Utet (pp 285, euro 18). Qualcuno potrebbe ritenerlo un libro irridente o addirittura blasfemo. È vero che l’autore stesso ammette di riflettere «dalla prospettiva di una persona che non crede alla santità».
Tuttavia, ammette: «Per i santi di questo libro nutro un grande affetto: sono sempre stati parte del mio paesaggio e da qualche anno sono anche parte di me. Non posso dire di credere in loro, ma strada facendo mi capita di invocarli sempre più spesso». Beh, se non è l’ammissione di un cammino di fede o almeno di ricerca di senso, molto ci somiglia.
Quando mette in rilievo aspetti forse poco comprensibili di alcuni santi del passato – come san Benedetto Labre nel ‘700 che avrebbe fatto voto di non lavarsi o santa Kateri Tekakwitha che nel XVII secolo dormiva su un tappeto di spine – sotto sotto il volume vuole evidenziare le contraddizioni che albergano nel cuore di ciascuno di noi, come è peraltro esplicitamente affermato a proposito dell’apostolo Tommaso: «non mi ero accorto che alla fine il mio Tommaso era uno specchio: il brontolone nell’angolo ero io».
In fondo il testo ci consegna come messaggi complessivi che la via della santità è multiforme, che ogni epoca è segnata da essa, che ogni popolo la può esprimere, che ogni condizione sociale, personale o lavorativa la può vivere ed esprimere. Non ci sono ostacoli: basta aprire il cuore e la mente con umiltà alle ispirazioni dello Spirito Santo per diventare veri discepoli di Gesù e mettere in pratica il vangelo nelle comuni circostanze dell’esistenza. Così nascono quelli che papa Francesco definisce i «santi della porta accanto».
Fabrizio Casazza