Nella Biblioteca storica diocesana del Seminario
Un libro in tre volumi con un titolo curioso: “Il Gazzettiere Americano” ed un lunghissimo sottotitolo “Contenente un distinto ragguaglio di tutte le parti del Nuovo Mondo della loro situazione, clima, terreno, prodotti, stato antico e moderno, merci, manifatture, e commercio con una esatta descrizione delle città, piazze, porti, baje, fiumi, laghi, montagne, passi, e fortificazioni il tutto destinato ad esporre lo stato presente delle cose in quella parte di globo, e le mire, e interessi delle diverse potenze, che hanno degli stabilimenti in America”. è quello che, per questo numero di Voce, prendo dagli scafali della nostra Biblioteca Storica del Seminario e ve lo mostro.
A dire il vero altro non è che un’enciclopedia che vuole spiegare in ordine alfabetico tutto ciò che è americano. Un’opera nata in Inghilterra nel 1762 ma che solo nell’edizione italiana mostra tutta la sua bellezza sia per un testo più ricco che, e soprattutto, per le numerosissime incisioni presenti. In quella inglese se ne contano solo 8.
L’edizione italiana la dobbiamo ad un lungimirante e giovane editore livornese Marco Coltellino che all’Insegna della Verità, nome della sua tipografia, nel 1763 farà tradurre ed arricchire il testo.
Il risultato è sorprendente, tre eccellenti volumi di grande successo. Tre volumi di 31 x 24 x 4 cm circa in perfetto stato di conservazione con una rilegatura in pergamena e con tagli spruzzati rossi.
Tre volumi conservati perfettamente, senza una macchia e senza una piega che però presentano i segni di una violenza subita.
Un tentativo di furto avvenuto chissà quando in parte riuscito. Sotto l’interesse dei ladri proprio le preziose stampe eseguite dai migliori artisti incisori toscani del tempo. Su 94 incisioni che dovrebbe presentare l’opera solo 55 risultano al loro posto, 24 staccate con un taglierino ma conservate e 15 sparite nel nulla. Incisioni che mostrano vedute o piante di città, cartine geografiche, edifici, animali, scene di vita lavorativa e sociale tutto rigorosamente americano.
Aprendo il primo volume ci accoglie un’imponente scena eseguita da Coltellini Carlo e Gregori Ferdinando qui Cristoforo Colombo incontra gli indigni ricevendo doni. L’allegoria della Fede sovraintende il tutto. Ai piedi, come didascalia, la citazione della profezia di Seneca sulla scoperta del Nuovo Mondo: “Venient annis saecula seris, quibus Oceanus vincula rerum laxet, et ingens pateat tellus Tethijsque novos detegat Orbes”.
“Giorno verrà, alla fine dei tempi, in cui Oceano scioglierà le catene dell’universo e smisurata si estenderà la Terra e nuovi mondi svelerà Teti”. Il frontespizio è uguale per tutti e tre i volumi e presenta un’allegoria della Geografia per mano di Castellini Carlo e Terreni Giuseppe Maria. All’interno dei volumi qui e là ci deliziamo nell’ammirare le 63 opere sopravvissute eseguite dai maestri incisori: Gregori Ferdinando, Matraini Nicola, Ottaviani Giovanni, Pazzi Giuseppe Maria, Rossi Veremondo monaco, Scacciati Andrea, Terreni Giuseppe Maria e Vanni Violante. Non possiamo non considerare i piccoli e simpatici 13 finalini (disegni che servono per riempire le eventuali parti bianche di fine capitolo), uno solo dei quali firmato da uno sconosciuto, S.T.
don Marco Camillo Visconti
direttore della Biblioteca del seminario diocesano