“La testa e la pancia” di Silvio Bolloli
Scorrendo non soltanto le pagine di alcuni illustri media locali, ma anche le chat dei giornalisti alessandrini, mi sono imbattuto solamente negli ultimi giorni in espressioni di una certa “pesantezza” all’indirizzo del nuovo management dell’Alessandria Calcio che, solo per citarne alcune, hanno scomodato epiteti che vanno dalla “schizofrenia” al “farabuttismo”.
Certamente non sembra che la nuova Alessandria sia nata sotto la miglior stella, dopo le altalene del Socio francese Alain Pedretti (dentro, poi fuori, poi di nuovo dentro, poi di nuovo fuori, poi forse) – con Allenatore Lobello, sfuggito ai radar, al seguito – e le asseritamente evasive risposte di Patron Enea Benedetto alle domande dei cronisti, specie sulla consistenza finanziaria della Società e sui reali obiettivi sportivi della stagione.
Io, a rischio di voler apparire cocciuto o imprudente, vorrei lasciare la parola ai fatti prima di sparare sentenze con troppa facilità. Sul ponte ci sono quattro uomini – Vercellotto, Quistelli, Fiorin e, naturalmente, Benedetto – che stanno lavorando per preparare la prossima stagione oltre ad una rosa di giocatori, la cui costruzione è appena iniziata con il ritorno in grigio di Simone Ciancio, che dovrà dire la sua.
E allora perché dare per scontato che la prossima debba necessariamente essere una stagione fallimentare sotto l’egida di una “Banda Bassotti”? Lasciamo lavorare chi deve farlo e, al momento opportuno, vediamo cosa dirà il campo: solo allora si potranno trarre, e con cognizione di causa, le prime ardue sentenze.