L’editoriale di Andrea Antonuccio
Care lettrici, cari lettori,
siamo tornati a farvi compagnia e a raccontare quello che succede nella nostra Diocesi e nella Chiesa universale. In apertura di Voce troverete un dialogo con il nostro Vescovo sulla sua nuova Lettera pastorale, “Il popolo nelle tenebre vide una grande luce”. Ora, devo farvi una confidenza. Non è mai facile intervistare il proprio “editore di riferimento” (il Vescovo, appunto), oltretutto su un suo documento così rilevante per la Diocesi. E diventa ancora più difficile se lui, monsignor Gallese, poco prima di rispondere alle mie domande mi chiede: «Che cosa ne pensi della Lettera? Ti è piaciuta?».
Non ho saputo rispondere, immediatamente… Non per paura di offendere l’interlocutore (di solito gli dico quello che penso) ma perché il gradimento, il «mi piace» o «non mi piace», non sarebbe stato adeguato a esprimere il mio pensiero. E allora me la sono cavata così: «Lo capirà dalle mie domande, Eccellenza!».
Sfido anche voi, care lettrici e cari lettori, ad approfondire i contenuti della Lettera pastorale partendo proprio dalle questioni poste al Vescovo nell’intervista qui a lato. E mi permetto anche di invitarvi alla presentazione della Lettera, che si terrà domenica 10 alle ore 16 nel Santuario della Beata Vergine della Creta di Castellazzo. Credo che un testo di questo genere sia “bello” non tanto perché siamo d’accordo con quanto leggiamo (che guadagno ne possiamo ricavare?); ma può essere bello, cioè significativo, se fa nascere degli interrogativi “destabilizzanti” sulla vita e aiuta a fare un paragone sincero tra ciò che si vuole veramente (bellezza, giustizia, letizia, amore…) e Colui che ha promesso di salvarci tutti interi, desideri compresi. A me sembra che questa Lettera sia un’occasione in questo senso: ognuno potrà decidere, liberamente, se lavorarci sopra o lasciarla andare. Per seguire altro, oppure solamente se stesso.
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