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La storia di Francesco e Giovanna

A Valenza nasce l’associazione “Piccolo Principe”

«Voglio fare il chimico». La voce squillante in sottofondo è quella di Francesco, bambino autistico di 9 anni. Accanto c’è la mamma, Giovanna Rizzo, 47enne «valenzana di adozione» impiegata nel settore orafo: «Francesco è un bambino speciale, è il nostro supereroe» comincia a raccontare lei. Una mamma forte che, insieme al marito e all’altra figlia, Chiara di 19 anni, ha deciso di fondare l’associazione “Piccolo Principe“, per fornire supporto e aiuto alle famiglie che vivono in questa situazione.

Giovanna, quando avete scoperto l’autismo di Francesco?

«Quando aveva un anno e mezzo ci siamo resi conto che qualcosa non andava. La pediatra ha fatto un piccolo test, poi è partito un percorso di neuropsichiatria infantile e psicomotricità. Ci siamo rivolti al “Patria” di Alessandria, dove ci sono dei professionisti bravissimi. Dopo circa un anno la diagnosi: Francesco è un bambino autistico. Una notizia dura, ci abbiamo messo parecchio tempo ad accettarla. Quando abbiamo attutito il colpo, ci sono state le varie terapie: psicoterapia, logopedia, psicomotricità ma anche la terapia multisistemica acquatica. E abbiamo visto i primi progressi. Francesco ha iniziato la scuola e, anche grazie alle maestre di sostegno, non abbiamo mai avuto problemi. Poi lo scorso anno ci sono stati dei cambiamenti in famiglia: Chiara ha iniziato l’università e il nostro cagnolino è morto. Questi due eventi hanno modificato la routine di Francesco».

Poi accade qualcosa.

«A giugno, parlando con mio marito, riflettevamo sul fatto che chi ha problemi economici non può sostenere tutte le terapie. E, per esperienza personale, più passa il tempo e più il bambino rimane indietro. Bisogna agire sin dalla prima infanzia, per avere dei miglioramenti costanti. Ci siamo chiesti come aiutare le famiglie in difficoltà».

Così nasce l’associazione “Piccolo Principe”.

«Sì, sul territorio di Valenza non abbiamo un supporto del genere. Il nostro intento è quello di fornire un aiuto ai bambini e alle loro famiglie. Offrendo, gratuitamente, le attività di psicoterapia, psicomotricità, logopedia, ma anche con arte e danza terapia. E poi vorremmo creare una ludoteca, accessibile a tutti e inclusiva, per proporre attività e far giocare insieme bambini autistici e normodotati. Le terapie saranno gratuite, copriremo le spese con le donazioni che sono già arrivate e che arriveranno. Io, la mia famiglia e alcuni soci fondatori dell’associazione abbiamo “solo” fatto partire questo progetto. In queste settimane tanti stanno donando e si stanno offrendo come volontari. Nel mentre, stiamo aspettando delle conferme per avere dei locali utilizzabili».

Un consiglio per chi vive una situazione come la tua?

«Affrontate le terapie che vengono proposte con coraggio e determinazione. Fate tutto, perché ogni esperienza per questi bambini fa la differenza. E, alla lunga, i frutti si vedono. Francesco è un bambino molto intelligente, è un appassionato di storia e geografi a, e conosce tutto sugli animali. Ma se lo avessimo lasciato indietro con le terapie, con il gioco e le varie attività, non avrebbe fatto dei passi avanti. Gli abbiamo dato gli strumenti necessari per far sì che, un domani, possa raggiungere una autonomia dignitosa. Francesco ha dei sogni e noi lo accompagneremo per realizzarli».

Ti sei mai arrabbiata con Dio?

«Non mi sono mai arrabbiata con Dio, penso sia un onore crescere mio figlio. Forse me lo merito, perché sono capace di dargli qualcosa in più. Vivo questa situazione come una benedizione. E, se tornassi indietro, non immagino un futuro senza Francesco».

Per informazioni: pagina Facebook “Piccolo principe” o piccoloprincipe.aps@gmail.com.
Per donare: IT 96 X 02008 48680 000106931174

Alessandro Venticinque

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