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A man documents the damaged buildings at the site of an Israeli airstrike in Beirut's southern suburb, Lebanon, Tuesday, Oct. 1, 2024. (AP Photo/Hassan Ammar)

L’Editoriale di Andrea Antonucccio – Stare sul divano, oppure entrare nella vita?

Care lettrici,

cari lettori,

questo è un momento drammatico della Storia. La famigerata terza guerra mondiale “a pezzi”, secondo l’efficace definizione coniata da papa Francesco, a breve comincerà a bussare alla nostra porta. Se pensiamo che quello in Medio Oriente sia un conflitto “regionale”, viviamo dentro a una tragica illusione. Arriverà anche qui. Mi colpisce, molto negativamente, l’atteggiamento che abbiamo di fronte a questi avvenimenti (uso il “noi”, ma sto parlando innanzitutto di me, sia chiaro). Siamo portati a credere, in maniera infantile, che alla fine le questioni belliche si risolveranno con un colpo di spugna (o di Stato). E che i nostri sudati risparmi, le proprietà immobiliari, il nostro piccolo mondo di “cose” e di potere si salverà comunque. Noi ce la faremo, da noi non oseranno… Ma ci rendiamo conto che mentre decidiamo quale modello di automobile acquistare, se ibrida o elettrica al 100%, non lontano da casa nostra migliaia di persone vengono decimate dalle armi e dalle violenze? Lo sappiamo che in questo momento i conflitti sul nostro pianeta sono almeno una cinquantina? I civili, inermi, soccombono; scuole e ospedali vengono bombardati; la gente muore di fame e di stenti, o per malattie che normalmente cureremmo con una pastiglia. Lo dico, e so di dare fastidio a molti: non possiamo schierarci con Israele o con i palestinesi. Nessuno è innocente. Chi ha le mani macchiate di sangue dovrà risponderne davanti al Padreterno: in nome di una imprecisata “giustizia”, si uccidono orrendamente i bambini.

“Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, è molto meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare. E se il tuo piede ti è motivo di scandalo, taglialo: è meglio per te entrare nella vita con un piede solo, anziché con i due piedi essere gettato nella Geènna” (era il Vangelo di domenica scorsa, 29 settembre). Sono convinto che anche la nostra indifferenza sia uno “scandalo” per i più piccoli: chi di noi è disposto a perdere un piede (la vita comoda, i relax, le vacanze e le nostre solite quattro cosine, anche “religiose”) per entrare nella vita? Rischiamo di essere scagliati nella Geènna a nostra insaputa, sdraiati mollemente sul divano per guardare l’ultima, imperdibile, serie di Netflix. La guerra degli altri non è un telefilm. E non si può cambiare canale.

Leggi anche: Dentro l’inferno del Libano, intervista a Jihane Rahal, responsabile comunicazione di Avsi

Andrea Antonuccio

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