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Chiudere la porta e andarsene. Senza niente. L’editoriale di Andrea Antonuccio

Care lettrici,

cari lettori,

anche questa settimana apriamo con la guerra. È una questione universale, dunque cattolica, e per questo il Santo Padre ci invita a non dimenticare quello che sta accadendo nel mondo. Su questa pagina troverete il dialogo tra Alessandro Venticinque e padre Charbel El Khoury, il monaco libanese che avevamo già intervistato a febbraio di quest’anno. Come allora, padre Charbel gira l’Italia per recuperare farmaci e aiuti per il suo Paese (diversi lettori di Voce hanno già contribuito in maniera molto generosa). Ora la situazione in Libano, già critica, è peggiorata: come ha detto padre El Khoury, per colpa di questa guerra «circa un milione e mezzo di libanesi è sfollato. Si tratta, quindi, di un terzo della popolazione». E ancora: «Le persone che arrivano da noi sono senza niente. Senza niente! Hanno chiuso la porta di casa e sono scappate. Arrivano a mani vuote, non hanno soldi. E noi dobbiamo dare loro una mano, con tutte le risorse possibili: adesso non servono solamente farmaci, ma anche pacchi alimentari». Aiutiamoci a entrare nel dramma di queste persone, che per non soccombere chiudono la porta di casa e scappano. Proviamo a immedesimarci: un giorno, per la guerra, dobbiamo scappare. Senza portarci dietro le “cose” che riteniamo indispensabili: il cellulare, i documenti, i soldi, le chiavi della macchina. E invece… fine, stop, tutto azzerato. Se abbiamo figli o nipoti, magari piccoli, questo scenario è ancora più tremendo. Proviamo a pensarci: per me sarebbe insopportabile. E allora, ogni volta che il Papa ci chiede di pregare o di digiunare dovremmo fare questo esercizio: metterci nei panni di chi sta soffrendo. Ed è anche il modo per capire veramente quello che il Santo Padre ha detto nell’udienza di mercoledì scorso: «Tutti vogliamo l’unità, tutti la desideriamo dal profondo del cuore». E poi: «Eppure essa è tanto difficile da ottenere che, anche all’interno del matrimonio e della famiglia, l’unione e la concordia sono tra le cose più difficili da raggiungere e più ancora da mantenere». Francesco è veramente l’uomo da seguire, in questo frangente storico. È l’unico (l’unico!) che con estremo realismo ci indica una verità che invece noi tendiamo a nascondere: che i conflitti, anche quelli planetari, nascono tutti dal cuore dell’uomo. Sì, anche dal nostro. Pensiamoci, quando diamo la colpa a Israele, ad Hamas o al cattivo di turno. Pensiamo a chi esce di casa così com’è vestito, e non sa nemmeno se la rivedrà.

Andrea Antonuccio

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