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Riapriamo la Porta Santa

Domenica 10 novembre in Cattedrale ad Alessandria con il cardinal Versaldi

Monsignor Gallese: «Entrare attraverso la Porta ci richiama alla scelta
fondamentale di fede di passare per Cristo, passare attraverso Cristo»

La diocesi di Alessandria annuncia il programma delle celebrazioni per l’850° anniversario: un momento per riconoscere il cuore della diocesi stessa: la Chiesa locale, ossia sacerdoti, religiosi e laici che, giorno dopo giorno, rispondono alla loro “chiamata” vivendo la propria vocazione come esempio tangibile di servizio a tutta la comunità. Alla conferenza stampa di presentazione, il sindaco Giorgio Abonante ha affermato: «Alessandria è felice di salutare un così importante calendario di eventi che ruoteranno intorno agli 850 anni dalla nascita della diocesi. Sarà un’occasione di scoperta e riscoperta storica per spronarci verso una maggiore collaborazione».

Luciano Mariano, presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria, ha aggiunto: «La Fondazione non può che essere partecipe di un progetto così importante, di un evento così significativo per la città. Innanzitutto, occorre avere tanto rispetto per quelle 850 candeline. Non so quante istituzioni, forse nessuna, era presente qui, ad Alessandria, 850 anni fa. In secondo luogo, il massimo rispetto e ricordo per quello che è stato fatto in questi 850 anni. Sempre a favore del territorio, in particolare per i più sfortunati. L’auspicio della Fondazione è che questa ricorrenza possa essere proiettata nel futuro, cioè possa essere una fonte di conoscenza di quello che ha fatto, sta facendo e farà la diocesi».

Valter Alpe, direttore generale dell’ospedale di Alessandria, ha commentato: «L’iniziativa della diocesi, di alto valore sociale oltre che religioso, trova fondamento nelle stesse origini della struttura ospedaliera quale luogo di ospitalità e prima accoglienza. L’ospedale è oltre che luogo di cura anche “spia” delle evoluzioni sociali e dunque unita in una comune mission con la diocesi orientata a tutelare i più deboli e i più fragili». Don

Stefano Tessaglia, coordinatore del Comitato 850 anni: «La Porta Santa rimarrà aperta per un anno intero. Sarà su via Parma: entrando si potrà percorrere un percorso spirituale sui santi alessandrini. Questo per trasmettere la loro fede e il loro impegno. Penso a madre Michel e madre Beltrami, che ci insegnano a guardare il Vangelo con una chiave di lettura che ci consente di aiutare gli altri: i poveri, gli ultimi».

Il primo appuntamento è per domenica 10 novembre, alle ore 15.15 in piazza della Libertà per la liturgia di apertura della Porta Santa e di inizio dell’anno giubilare per gli 850 anni. Ospite speciale di questa giornata sarà il cardinal Giuseppe Versaldi, predecessore di monsignor Gallese: i due concelebreranno nella Cattedrale di Alessandria la Santa Messa che darà avvio ai festeggiamenti. Abbiamo chiesto al nostro vescovo di approfondire il significato più profondo di un evento che coinvolge diocesi e città. Per non farcelo “scivolare addosso” in maniera distratta o superficiale.

Eccellenza, che cosa vuol dire festeggiare gli 850 anni della fondazione della nostra diocesi?

«Festeggiare questi 850 anni è festeggiare la grazia che Dio ha voluto mettere in Alessandria, la sede di una diocesi che è l’unità di base della Chiesa cattolica. Il pastore e il suo popolo; il popolo diviso in porzioni territoriali, le diocesi; la Chiesa provvede ad affidare a ogni diocesi un pastore, un successore degli apostoli. Questo vuol dire una grazia che concretamente si radica sul territorio attraverso le presenze dei pastori e dei fedeli. Quindi festeggiare gli 850 anni ci invita a fare memoria della grandezza delle cose che Dio ha fatto nella Storia. La nostra diocesi è stata fondata nel 1175 e la città nel 1168: e proprio nel 1168 è nato il primo santo della nostra diocesi, sant’Ugo Canefri. Abbiamo avuto subito un santo nato nella città di Alessandria! E poi sono accadute tante cose nella Storia, e dobbiamo farne memoria perché Dio ha fatto, continua a fare e farà sempre grandi cose».

Domenica 10 lei aprirà la Porta Santa in Cattedrale ad Alessandria. Ci spiega il senso profondo di questo gesto?

«Aprire la Porta Santa vuol dire aprire il passaggio attraverso Cristo, che ha detto “Io sono la porta” e anche “Io sono la via, la verità e la vita”. Gesù è la via attraverso la quale noi possiamo ottenere la verità, comprendere la verità della nostra vita e attingere alla sorgente della vita. Aprire la Porta Santa vuol dire aprire un anno di misericordia, perché la misericordia noi la troviamo passando da Cristo. Quindi questo entrare attraverso la Porta ci richiama alla scelta fondamentale di fede di passare per Cristo, passare attraverso Cristo. Questa è la scelta che noi facciamo».

In che cosa può esserci di aiuto passare attraverso questa Porta, nelle nostre fatiche quotidiane?

«Quando affrontiamo un aspetto quotidiano che ha una sua normalità, già lo conosciamo e ci è molto familiare, tendiamo a viverlo prendendolo un po’ sotto gamba. Noi però abbiamo la possibilità di vivere ogni cosa in modo differente. Quando vogliamo vivere con Cristo quell’esperienza, tutto cambia perché cambia lo sguardo, cambia la relazione con Lui e Lui mette in gioco la sua potenza, la sua grazia, il suo aiuto e la sua benedizione. Quindi vivere con Cristo, passare da Cristo nel vivere la quotidianità cambia tutto. Mi rendo conto che è un po’ difficile da spiegare, perché sono cose che capisci bene solo quando le sperimenti e le vedi. Finché non ci sei passato, sembra una teoria».

Che cosa trasforma una potenziale “rievocazione storica” in un avvenimento interessante anche per noi, uomini e donne di oggi?

«Quello che trasforma una semplice rievocazione storica in qualcosa che ha interesse per noi e ci tocca da vicino è la vita: cioè quando noi guardiamo alla nostra diocesi non soltanto con gli schematismi e con le lenti di uno storico, ma la guardiamo con gli occhi della fede, come un evento di Cristo. Cristo, per mezzo del quale tutte le cose sono state create, per la nostra salvezza ha voluto creare la Chiesa e dare la vita per noi. Noi allora siamo chiamati a guardare questo disegno di salvezza che Gesù Cristo porta avanti, di cui è l’artefice principale, nel senso che dà la vita per questo, e quindi lo sguardo di fede è quello che fa la differenza. Le nostre attività hanno lo scopo di darci uno sguardo di fede: certamente ci saranno dei convegni storici, ma ci sarà anche molto da scoprire perché Il cammino giubilare è un cammino che corre sulla via dell’Indulgenza».

Che cos’è questa via dell’Indulgenza?

«L’Indulgenza è la misericordia di Dio estesa ai fedeli per accompagnarli nel cammino del Giubileo. L’Indulgenza ha lo scopo di far sì che in questo anno noi possiamo godere della misericordia di Dio e incarnarla, assorbirla, per poter essere più cristiani. E questo si fa attraverso il cammino delle Indulgenze, le celebrazioni, il percorso giubilare in Cattedrale e via di seguito. Facendo questo, scopriamo un universo che entra nella nostra vita, e non entra soltanto nella nostra mente e nelle nostre conoscenze».

Andrea Antonuccio

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