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Peregrinatio Mariae: insieme davanti alla Salve

Intervista a don Giuseppe Bodrati, moderatore della Curia

«Una esperienza di comunione vera di amore e fede nelle nostre comunità»

Nell’anno speciale in cui la Chiesa cattolica celebra il Giubileo universale, saranno tante le iniziative legate al “nostro” Giubileo in occasione degli 850 anni dalla fondazione della Diocesi di Alessandria. È in partenza infatti la “Peregrinatio Mariae”: da domenica 12 gennaio una copia della statua della Madonna della Salve, in scala 1:1, sarà accompagnata in tutte le nove unità pastorali. Prima tappa, Castellazzo Bormida, con la Santa Messa solenne all’arrivo del Venerando Simulacro, sabato 11 febbraio alle 18, a Santa Maria della Corte (vedi la locandina di pag. 10). La copia della Salve rimarrà nell’unità pastorale Bormida fino al 1° febbraio, per poi proseguire il suo cammino. A raccontarci il significato di questa “Peregrinatio Mariae” è don Giuseppe Bodrati, moderatore della Curia.

Don Giuseppe, perché una Peregrinatio Mariae in Diocesi?

«Da alcuni secoli la nostra comunità diocesana ha scelto come segno di amore al Signore la figura di sua Madre che onoriamo con il titolo di Madonna della Salve. La Peregrinatio non è una novità assoluta, già diverse volte si è tenuta in Diocesi: ricordo l’ultima, nell’Anno mariano tra il 1987 e il 1988, quando venne proposta l’Immagine lignea oggi custodita nella parrocchia di Valle San Bartolomeo. La salvaguardia di questo manufatto, che aveva subito alcuni danni in quella Peregrinatio, adesso ci ha portato a realizzare un’altra Immagine, cioè una copia fatta con materiali moderni, identica all’originale, che viene presentata alla venerazione dei fedeli proprio come segno che unifica la devozione di tutta la nostra comunità, che attraverso la Beata Vergine Maria rende gloria al Signore».

Perché riscoprire questa devozione?

«In prossimità della processione della Salve, abbiamo chiesto a ragazzi e bambini se conoscevano questa devozione: la maggior parte di loro ha risposto di no. Allora abbiamo pensato a un modo per riscoprirla».

Come funzionerà la Peregrinatio?

«L’Immagine della Salve viene consegnata a ogni unità pastorale, in una delle parrocchie indicate dalla stessa unità. Ogni unità si organizza secondo le proprie necessità: non è soltanto una questione di visita, ma di momenti forti di preghiera che ridiano anche un segno di appartenenza alla grande comunità diocesana. Al termine della Peregrinatio, infine, l’Immagine verrà custodita nella cappella vescovile».

C’è tanta attesa nelle nostre unità pastorali?

«La devozione alla Beata Vergine Maria, nella nostra Diocesi, è diffusa. Basti pensare che idealmente chi entra ad Alessandria trova sempre una comunità dedicata a Maria: da est, Spinetta Marengo con la parrocchia Natività di Maria; da nord, Valmadonna con la chiesa dedicata all’Assunta; da ovest c’è Santa Annunziata; mentre da sud, Cantalupo con la parrocchia Natività di Maria. Quasi nessuno ci fa caso, ma gli ingressi in città sono “presidiati” da parrocchie che hanno come titolare la Madre di Dio. Per questo siamo convinti che Lei ci possa condurre a una comunione più viva e vivace. Chiediamo alla Madonna di risvegliare in noi un’autentica testimonianza di fede, per riscoprire il senso di appartenenza, accoglienza, amore e disponibilità, attraverso lo stile con cui Maria vive la fede. È proprio Lei è la nostra guida per arrivare al Signore».

Come si fa a non cadere nel “devozionismo” o nel “tocco la statua perché porta bene”?

«Sì, certo, è un rischio. Ma la Peregrinatio è l’occasione per riscoprire quale deve essere la vera devozione alla Madre di Dio. Che non deve assumere atteggiamenti quasi “scaramantici”: tutto ciò che noi diciamo di Maria, tutto ciò che da sempre la Chiesa celebra in Lei, non è privilegio per Lei, ma è segno della divinità di Cristo e ci orienta alla scoperta dell’amore di Dio».

Come faccio a capire se il mio è un gesto di devozione vera o è un gesto scaramantico?

«Questo aspetto riguarda le unità pastorali: nell’accompagnare l’Immagine della Salve nelle varie parrocchie, si preoccuperanno anche di creare quel clima di attesa, accoglienza, preghiera e comunione».

Giubileo, Porta Santa, Peregrinatio Mariae: non si corre il rischio di non essere compresi? Di essere un po’ fuori dal tempo?

«Indubbiamente abbiamo un problema di comunicazione e di linguaggio: spesso utilizziamo termini che non vengono compresi, perché non si conoscono. Ci sono concetti che fanno fatica a “passare” e, soprattutto, a essere vissuti. La Peregrinatio rappresenta una straordinaria occasione per rinnovare anche il nostro linguaggio, riappropriarci di alcuni concetti che non vanno solo spiegati ma condivisi nella vita, in modo che diventino non tanto una questione intellettuale ma esperienziale, di comunione vera. La Salve che viene a visitare la tua unità pastorale non serve solo per farti scoprire dogmi o verità, definizioni che prima non si conoscevano, ma viene per fare una esperienza di comunione vera di amore e fede nelle nostre comunità. Come una mamma che raggruppa i figli per riscoprire il senso dello stare insieme. Credo che la Peregrinatio possa essere una occasione, per alcune realtà, di fare il primo passo per riscoprire il proprio essere comunità. E come dice un saggio: “Il primo passo non sai dove ti porta, ma ti toglie da dove sei”».

Un’opportunità per essere più attrattivi.

«Sì, e può anche stimolare in noi un modo attuale di testimoniare la fede, nel mondo di oggi. Non è una rivisitazione nostalgica di una devozione, ma è la presentazione alle comunità di oggi, cosi come sono, di una verità perenne. È ciò che nelle Scritture, in particolare nel Vangelo di Luca, noi leggiamo sul ruolo dell’Immacolata Vergine: dal Suo “sì” al Signore, al “custodire” il Figlio di Dio e, nel Figlio di Dio, tutti noi».

Questo sarà un “Giubileo della speranza”: quella speranza che tanti pongono nelle mani della nostra Salve.

«C’è un collegamento forte che lega il Giubileo e la nostra Peregrinatio. Pensiamo alla nostra Salve ritratta ai piedi della croce: nonostante il dolore di una Madre che perde il Figlio, è una icona di speranza. Viviamo nella speranza che i fedeli ritrovino anche la gioia e il gusto di fare visita alla Madonna della Salve. E che riscoprano nel percorso giubilare proposto la grandezza di un Mistero a cui apparteniamo, che è l’amore di Dio donatoci nel Battesimo».

Cosa chiederai alla Madonna della Salve?

«Con la mia comunità chiederò la capacità di “stare in piedi” e, come Lei, rivivere ciò che abbiamo ascoltato nella liturgia del giorno dell’Epifania: “Alzati, rivestiti di luce perché viene la tua luce”. Quindi, con la luce della fede, continuare o riprendere il cammino della nostra testimonianza. Senza paura. Con l’assoluta certezza che la nostra storia è nelle mani di Dio e, dunque, in buone mani».

Alessandro Venticinque

 

IL CALENDARIO

– Dal 12 gennaio al 1° febbraio:
unità pastorale Bormida.

La Peregrinatio verrà aperta con una Santa Messa sabato 11 alla parrocchia Santa Maria della Corte di Castellazzo alla presenza del Vescovo.

– Dal 2 febbraio al 22 febbraio:
unità pastorale Sette Chiese.

– Dal 23 febbraio al 22 marzo:
unità pastorale Valenza.

– Dal 23 marzo al 12 aprile:
unità pastorale Lungo Tanaro.

Ad aprile la Peregrinatio si ferma per le festività di Pasqua e l’Ottavario della Salve.

– Dal 18 maggio al 7 giugno:
unità pastorale Tanaro.

– Dall’8 giugno al 28 giugno:
unità pastorale Spalti.

– Dal 29 giugno al 26 luglio:
Santuario della Beata Vergine della Creta di Castellazzo.

– Dal 31 agosto al 20 settembre:
unità pastorale Orba.

– Dal 21 settembre all’11 ottobre:
unità pastorale Cristo.

– Dal 12 ottobre al 1° novembre:
unità pastorale Fraschetta-Marengo.

Il 9 novembre si chiude l’Anno Giubilare della Diocesi.

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