Ufficio per la Famiglia diocesano
Diego Lumia: «Una bella condivisione delle nostre esperienze»
Si è concluso l’incontro dei responsabili diocesani di pastorale familiare, giunto alla sua ottava edizione, che si è svolto ad Assisi dal 5 all’8 dicembre. Il filo conduttore dell’evento, che ha visto impegnati gli oltre 250 partecipanti provenienti da tutte le regioni italiane, si è concentrato su quattro verbi: essere, sapere, saper far, saper far fare.
Per la nostra Diocesi ha partecipato Diego Lumia, responsabile dell’ufficio per la famiglia con la moglie Larives. Gli abbiamo chiesto di raccontarci che cosa è accaduto.
Diego, tu c’eri: ne è valsa la pena?
«Certamente! Intanto, premetto che è stato un incontro a cui ho desiderato tanto partecipare, come prosecuzione di un cammino iniziato tre anni fa nella pastorale familiare nazionale. E poi, perché ho vissuto un’esperienza di famiglia pur in un contesto di tipo formativo».
Puoi spiegarci meglio?
«La bellezza di quei giorni sta proprio nel fatto di condividere tutto con gli altri: dalle nostre esperienze, personali e comunitarie, al tempo trascorso insieme. E anche il lavoro dei laboratori, che ci hanno aiutato a guardare la nostra realtà per cercare di rispondere ai bisogni delle nostre famiglie con nuovi strumenti, e soprattutto lavorando in rete».
In rete con chi?
«La prima rete è nata da una relazione di amicizia vera con le persone degli uffici famiglia delle altre diocesi. Con loro ci confrontiamo spesso durante l’anno e viviamo dei tempi di convivialità e formazione insieme, come questo di Assisi e come l’esperienza del 20 ottobre che abbiamo sperimentato proprio qui ad Alessandria con padre Marco Vianelli e il nostro Vescovo. L’altra rete importante la vogliamo vivere insieme agli altri uffici pastorali diocesani: siamo naturalmente legati gli uni agli altri, la famiglia è coinvolta in tutti gli aspetti dell’umano».
Basta così?
«Una terza e ultima rete ci chiede di collaborare insieme ai sacerdoti: la famiglia ha bisogno di testimoni consacrati, non solo laici, che sappiano accompagnarla anche attraverso i sacramenti. E poi, perché insieme si può portare Cristo vivo al mondo. Cominciando dal luogo in cui si vive».
Diego, penso che queste cose stiano stimolando qualche curiosità in chi ci sta leggendo: si vede il desiderio di vivere una fede concreta e viva. È possibile avvicinarsi al vostro ufficio per la famiglia, chiedervi qualcosa, magari provare a frequentarvi? Non parlo solo di famiglie in difficoltà, ma anche di persone, single o coniugate, che vogliono rendersi utili e fare un’esperienza bella di comunità.
«Questo è proprio il nostro desiderio! Siamo a disposizione anche solo per un caffè insieme, per conoscerci: da qui può nascere qualunque cosa. Noi possiamo offrire innanzitutto un’amicizia familiare, semplice e gratuita. In questa amicizia c’è anche un accompagnamento con la preghiera, perché noi, da soli con le nostre forze, non siamo in grado di sostenere le difficoltà della vita, nostre e degli altri. E allora, ricordandoci che il Gesù che stiamo attendendo si è fatto carne in una famiglia, rivolgiamoci a Lui così: “Signore Gesù, amante della Vita, che hai desiderato la felicità di ognuno di noi donandoci una famiglia, vieni ad abitare nella nostra casa. Vieni con la tua pace e rimani con noi, sempre. Ti accogliamo nella nostra vita come Signore e Salvatore. Ti preghiamo per tutte le famiglie della nostra Diocesi, e per coloro che sognano una famiglia: perché nell’incontro con Te sperimentino la tua gioia senza fine”».