I nostri ragazzi al Giubileo dei giovani

Intervista a Carlotta Testa, pastorale giovanile diocesana

 

La Diocesi di Alessandria è pronta a partecipare al Giubileo dei giovani. La partenza è fissata per martedì 29 luglio, quando il “nostro” gruppo viaggerà alla volta di Roma, dove sono in programma attività e testimonianze in preparazione ai due momenti principali celebrati da papa Leone: la Veglia di sabato 2 agosto e la Santa Messa di domenica 3 agosto. «Saremo 62 persone, con quattro sacerdoti, e viaggeremo in pullman. Una volta arrivati a Roma, verremo ospitati nella parrocchia San Giuseppe all’Aurelio dagli Oblati di San Giuseppe, insieme con le diocesi di Alba e Asti. In totale, a Roma ci saranno 1.800 piemontesi» racconta Carlotta Testa della segreteria di pastorale giovanile della nostra Diocesi.

Carlotta, è stato complicato organizzare questo pellegrinaggio?

«Per fortuna siamo sempre uniti nell’organizzazione con la regione ecclesiastica di Piemonte e Valle d’Aosta, con loro abbiamo preparato e vissuto il Giubileo degli adolescenti, e ora anche quello dei giovani. Lo stile organizzativo è quello dei grandi eventi, per cui non è mai semplice. Ma avendo alle spalle anni di esperienza e la fortuna di lavorare insieme, siamo stati facilitati nell’organizzare tutto».

Arrivati a Roma, qual è il programma?

«Sicuramente i due momenti clou saranno a Tor Vergata con il Santo Padre: la Veglia di sabato e la Messa di domenica. I giovani dormiranno proprio a Tor Vergata, nello stile della Giornata mondiale della gioventù. Nei giorni precedenti, il programma è ricco di testimonianze, attività e catechesi: si chiamano “12 parole per dire speranza”. Nelle varie chiese giubilari ci saranno incontri, catechesi con testimoni e vescovi. La nostra parola è “responsabilità”. Oltre a questo, ci sarà la Messa di apertura e la liturgia penitenziale al Circo Massimo».

Da chi è composto il gruppo diocesano?

«Il nostro gruppo sarà composto da giovani dai 17 ai 27 anni. Abbiamo fatto un percorso diocesano di preparazione, e abbiamo avuto modo di incontrare la maggior parte di loro».

Cosa hai visto in questi ragazzi?

«Ho visto il desiderio di fare un’esperienza insieme, di Chiesa allargata. Questa è un’importante occasione per stare insieme, condividere la vita quotidiana e mettersi in cammino. C’è desiderio di vivere questa esperienza».

Un invito a chi partirà per Roma, ma anche a chi non potrà esserci?

«Partirei dalla parola “Giubileo”. Stiamo vivendo un anno speciale, per cui a Roma o a casa l’invito è di cercare questo “giubilo”. Ovvero, la Gioia grande, con la “G” maiuscola. Una ricerca di senso e di gioia vera da vivere nella comunità o nell’amicizia, che è possibile per tutti».

Per un giovane è importante fare questo tipo di esperienza?

«Sì. Ma al di là dell’occasione del Giubileo, è importante fare queste esperienze di Chiesa, dove si incontra una comunità “allargata” con altri giovani e sacerdoti. Andremo a Roma nel cuore della nostra Chiesa e sarà ancora più bello vivere tutto ciò insieme. È un’esperienza terapeutica per ognuno di noi e per il nostro crescere come comunità diocesana insieme».

Sarà il primo incontro “ufficiale” tra i giovani e papa Leone.

«Andrà capito questo Papa, e bisognerà aiutare i giovani a capirlo. A prima vista può sembrare meno “caldo” rispetto a papa Francesco, ma ognuno ha il proprio carattere. Sarà bello conoscere e accompagnare i giovani a scoprire i carismi e le caratteristiche di questo Pontefice. Poi, a Roma, lo vedremo e questo ci aiuterà molto (sorride)».

Alessandro Venticinque

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