Care lettrici,
cari lettori,
apriamo questo numero di Voce con la devastazione, il terrore e la disumanità di tutto quello che sta succedendo a Gaza. La morte, il pianto e il dolore ci stanno scivolando addosso, nelle nostre giornate piene di “cose da fare”. La dimenticanza e l’incapacità di immedesimarci nelle situazioni più drammatiche sono diventate la regola della nostra vita: ormai i conflitti, quelli mondiali e quelli di casa nostra (come le vicende di Garlasco, di Yara Gambirasio e simili) si sono trasformati in serie televisive.
Viviamo ormai nella “Neflix-izzazione” dell’esistenza: la vita vera non esiste più. C’è solo il contenuto on demand, la sera, sul divano: una volta si piange, una volta si ride, magari con un gelato o una fetta di anguria in mano. Non ce ne rendiamo conto, ma stiamo perdendo il senso della realtà: non riusciamo più a cogliere la drammaticità di quello che accade, ogni giorno, a Gaza, in Ucraina e in un’altra quarantina di Paesi nel mondo dove le armi, l’avidità e il sopruso umiliano la possibilità di convivenza pacifica tra i popoli. C’è un rimedio di fronte a questa indifferenza “indotta” che ci rende ormai apatici verso chi soffre, anche se ci definiamo cattolici praticanti e andiamo a Messa tutte le domeniche? Pensiamoci…
Forse potremmo provare a spegnere la tv, allontanarci un po’ dai social e, magari, leggere un bel libro con i nostri figli o i nostri nipoti (come ci suggerisce il Paginone di questa settimana). Ma non basterebbe, non durerebbe: siamo immersi, come tutti, in un flusso che ci porta inevitabilmente alla distrazione.
E allora? Credo che le parole del cardinal Pizzaballa (che trovate nell’apertura) possano aprire una strada, una prospettiva. Leggiamole insieme: «Cristo non è assente da Gaza. È lì, crocifisso nei feriti, sepolto sotto le macerie, presente in ogni gesto di misericordia, in ogni mano che consola, in ogni candela accesa nel buio».
E ancora: «Ci siamo imbattuti in qualcosa di più profondo della distruzione: la dignità dello spirito umano che rifiuta di estinguersi. Madri che preparano cibo per altri, infermiere che curano con dolcezza, persone di tutte le fedi che ancora pregano un Dio che non dimentica. La comunità internazionale forse li ha abbandonati, ma la Chiesa no. Non li abbandonerà mai». Una Chiesa che non ci abbandonerà mai, a Gaza, o sul divano di casa nostra. Come possiamo rimanere indifferenti?
Andrea Antonuccio – direttore@lavocealessandrina.it
La Voce Alessandrina Settimanale della Diocesi di Alessandria
