Una famiglia… di famiglie!

«Portiamo a casa un’esperienza di Chiesa viva che vuole accogliere tutti»

Dal 10 al 19 luglio 2025 si è svolto a La Thuile (AO) il Corso di Alta formazione “Familiae Cura” per gli operatori di pastorale familiare organizzato dall’Università Cattolica del Sacro Cuore in collaborazione l’ufficio nazionale Cei per la pastorale della famiglia e la Confederazione italiana consultori familiari di ispirazione cristiana, che ha visto la partecipazione di oltre cento tra famiglie, sacerdoti e consacrati che si occupano di pastorale familiare in varie Diocesi italiane.

I partecipanti al terzo anno hanno avuto l’opportunità di ascoltare e confrontarsi con i direttori nazionali degli uffici Cei e docenti dell’Università Cattolica per promuovere una visione di pastorale integrata nelle proprie diocesi e realtà locali, imparando a fare rete favorendo la collaborazione dei vari ambiti e carismi a servizio della comunità e della società e di come la pastorale familiare possa interfacciarsi con gli altri ambiti e servizi.

Tra i partecipanti, in qualità di responsabili dell’ufficio per la famiglia della nostra Diocesi, c’erano anche Diego Lumia e Larives Bellora, che hanno portato a termine il percorso di formazione iniziato nel 2023, guidato dal direttore nazionale dell’ufficio famiglia padre Marco Vianelli con la sua équipe, e dalla professoressa Livia Cadei, a cui si sono via via affiancati diversi relatori. Tra questi, don Riccardo Pincerato (responsabile del Servizio nazionale di pastorale giovanile); don Michele Gianola (direttore ufficio nazionale vocazioni Cei); don Alberto Zanetti (collaboratore ufficio catechistico nazionale Cei); don Bruno Bignami (direttore ufficio nazionale problemi sociali e lavoro Cei).

E a Diego e Larives abbiamo chiesto di raccontare la loro esperienza di vita e di comunità tra famiglie. Partendo proprio dai giorni trascorsi a La Thuile.

Diego, Larives: a cosa è chiamata la pastorale familiare nella nostra Diocesi?

L: «Per prima cosa, qualunque servizio pastorale o comunità di credenti è chiamato ad annunciare il kerigma, l’annuncio del Signore Gesù vivo, che salva e cambia la vita degli uomini: solo lui dà significato al nostro vivere, lui solo è la vera “pace”, colui che dà lo Spirito senza misura».

D: «La pastorale per la famiglia attraversa tutte le fasi della vita delle persone, dalla nascita all’educazione dei figli, dall’adolescenza alla scelta vocazionale, dal fidanzamento al matrimonio, dal lavoro alla vita sociale, e anche dall’anzianità alle fragilità: nella nostra Diocesi stiamo iniziando a lavorare su questa linea attraverso la collaborazione tra uffici pastorali, come incoraggiato dal nostro Vescovo monsignor Guido Gallese».

Con chi avete condiviso questi momenti di comunità?

D: «Dio ci ha regalato dei compagni di viaggio con i quali abbiamo condiviso dei momenti che resteranno indelebili nella nostra vita: torniamo a casa arricchiti da profonde amicizie tra famiglie, tra giovani e sacerdoti, nate dalla vita fraterna, la preghiera, i momenti di festa e le toccanti condivisioni di questi tre anni di cammino».

L: «Anche i nostri figli hanno stretto profonde amicizie con i ragazzi delle altre famiglie e hanno vissuto l’esperienza del progetto “Animatema di famiglia” guidati da suor Antonella Piccirilli, don Ignazio De Nichilo e l’équipe degli animatori».

Che cosa vi siete portati a casa dopo questa esperienza?

L: «Portiamo a casa un’esperienza di Chiesa viva, dinamica, dallo stile familiare che cerca di accogliere e andare incontro a tutti a braccia aperte, sospinta dal soffio dello Spirito e dall’esperienza di Pentecoste, nella quale persone provenienti da realtà e Diocesi diverse hanno imparato a comprendersi e a lavorare insieme parlando il linguaggio comune del Vangelo nella famiglia».

D: «Siamo stati edificati dall’accoglienza e dall’incoraggiamento di padre Marco, con la sua disponibilità e preparazione, dall’équipe con Barbara e Stefano Rossi, Emma e Pier Marco Trulli e da coloro che negli anni passati ci hanno accompagnato nel cammino: Gabriella e Pierluigi Proietti, Laura e Claudio Gentili del Centro Betania, e dai molti relatori di spicco nella Chiesa italiana».

Che benefici, per voi e per chi ha partecipato, avete riscontrato durante il corso?

D: «Gli approfondimenti e il confronto con i direttori e i responsabili dei diversi uffici Cei ci ha consentito di conoscere più da vicino il lavoro e gli obiettivi delle singole pastorali e la necessità di collaborare insieme avendo una visione comune, imparando a relazionarsi, pregare e progettare insieme perché siamo tutti “membra di un unico corpo” (1 Cor 12,27)».

L: «Alcuni sacerdoti e seminaristi hanno ritrovato al corso la motivazione della loro missione sentendosi edificati dalle famiglie, che a loro volta hanno fatto tesoro del supporto fraterno dei consacrati: pensiamo che sia importante questa fraternità tra famiglie e sacerdoti in diocesi, come ha auspicato papa Francesco».

Quali progetti avete dopo La Thuile?

D: «Questo percorso ha aperto le porte a nuove collaborazioni, in particolare tra i responsabili degli uffici di altre Diocesi con i quali, tra l’altro, abbiamo iniziato un cammino regionale di formazione a tappe, che quest’anno sarà proprio incentrato sull’esperienza pastorale integrata. Il percorso visiterà di volta in volta varie Diocesi».

L: «Anche ad Alessandria vorremmo continuare a lavorare insieme ai fratelli degli altri uffici, parrocchie e associazioni così come già abbiamo iniziato a pregustare durante l’Ottavario della Salve, seguendo la Peregrinatio Mariae o nei vari eventi diocesani. Ci piacerebbe poter accogliere nelle nostre comunità, come in famiglia, ogni persona, giovane, adulto o anziano. Tra i progetti in fase di ideazione e preparazione c’è un percorso vocazionale per i giovani, in collaborazione con la pastorale giovanile e il consultorio per la persona e la famiglia. Inoltre vorremmo proporre un percorso di formazione diocesano per gli operatori che si occupano dei percorsi della preparazione alle nozze cristiane».

C’è un invito che vorreste fare a chi ci sta leggendo?

D: «Personalmente e come ufficio per la famiglia invitiamo i parroci e tutta la comunità diocesana a coinvolgere le famiglie del nostro territorio che fanno un cammino di vita cristiana profonda (qui Diego sottolinea con forza l’aggettivo “profonda”) perché possano prendersi cura di altre famiglie, evangelizzarle e renderle parte attiva della pastorale nelle varie realtà a cui la vita ci chiama. Per fare questo vorremmo creare a breve una rete di operatori della pastorale familiare per fornire strumenti adeguati a svolgere al meglio questo servizio nella loro comunità. Chiediamo ai moderatori delle pastorali e ai sacerdoti di investire, laddove sia possibile, su una coppia (o singolo) per ogni parrocchia o unità pastorale, mettendola in contatto con il nostro ufficio».

L: «Ripartiremo dal Giubileo delle famiglie vissuto il primo giugno, che è stato l’inizio di un percorso che dovrà concretizzarsi in azioni, progetti e cura nella nostra realtà diocesana, chiamata a essere sempre più accogliente. In famiglia c’è gioia perché “in famiglia c’è posto per tutti”».

Andrea Antonuccio

Check Also

Arrabbiarsi, rassegnarsi, o andarsene? – L’editoriale di Andrea Antonuccio

Care lettrici, cari lettori, tra le mani avete l’ultimo numero di Voce prima delle vacanze …

Sahifa Theme License is not validated, Go to the theme options page to validate the license, You need a single license for each domain name.