Riusciremmo ad accontentarci di un “non si può”? – L’editoriale di Andrea Antonuccio

Care lettrici,

cari lettori,

apriamo Voce con l’intervista al professor Renato Balduzzi, co-promotore dei Martedì d’Avvento diocesani che quest’anno avranno questo titolo: “Nutrire lo spirito in tempi difficili”. È indubbiamente un tema importante, perché ci interroga su come affrontiamo e giudichiamo ciò che accade intorno a noi (dai conflitti nel mondo ai problemi quotidiani). Siamo tutti invitati a partecipare, a partire da martedì 25 novembre all’Auditorium San Baudolino di Alessandria.

A pagina 13, invece, troverete l’intervista di Enzo Governale a Fabrizio Natali, un ragazzo di 37 anni che a settembre ha partecipato alla veglia di preghiera e al pellegrinaggio dei cattolici Lgbtq+ per attraversare la Porta Santa della Basilica di San Pietro. Un gesto che ha suscitato qualche mormorio tra le mura vaticane e, certamente, delle questioni a cui non è semplice rispondere. L’argomento è spinoso, lo sappiamo bene… non credo si possa risolvere brandendo come una mazza ferrata la dottrina della Chiesa, e nemmeno teorizzando un “liberi tutti” (con verniciatina religiosa) che rischia di ridursi a un punto di vista o a una moda passeggera, spesso dettata dalle logiche del mondo.

E dunque? Io partirei dall’esperienza: se la realtà è Cristo (come scriveva San Paolo ai Colossesi), allora non posso escluderne dei pezzi solo perché non mi piacciono o perché non rientrano nelle mie categorie. Mi è chiesto di dare un giudizio, è vero, e ha senso partire da quello che la Chiesa dice sul tema: per questo nella stessa pagina dell’intervista abbiamo riprodotto il paragrafo “Castità e omosessualità” del Catechismo, insieme con la sezione del recente documento post-sinodale dei Vescovi italiani (“Lievito di pace e di speranza”) dedicata al tema dell’accompagnamento delle persone omoaffettive e transgender.

Ma se la realtà è davvero Cristo, in essa troviamo anche persone come Fabrizio, che ci ha raccontato il suo cammino di fede; e pure papà e mamme che, credo con struggimento, amano i loro figli omosessuali così come sono. Proviamo a immedesimarci, per un momento: cosa faremmo nei panni di quei genitori? Riusciremmo ad accontentarci di un “non si può”?

Andrea Antonuccio – direttore@lavocealessandrina.it

 

 

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