Dal 6 all’8 dicembre al museo civico di palazzo Cuttica
Dal 6 all’8 dicembre, il Museo Civico di Palazzo Cuttica ospita l’esposizione “Ci vediamo in cartolina. Alessandria e il Natale attraverso lo sguardo di un altro tempo” a cura di Tony Frisina (nel tondo), storico, collezionista e autore che da anni racconta la città attraverso le sue cartoline. L’inaugurazione della mostra si terrà sabato 6 dicembre alle 11, e sarà visitabile dalle 15 alle 19 (con ingresso libero). L’esposizione è composta da una selezione di cartoline storiche che restituisce il volto di una Alessandria che si vestiva di speranza: le immagini raccontano non solo la città, ma le atmosfere sospese tra affetto e attesa. Frisina è tra i più attenti custodi della memoria urbana alessandrina: storico e curatore, ha pubblicato numerosi volumi dedicati alla città, con particolare attenzione alle cartoline d’epoca, alle fotografie donate da amici e conoscenti, e ai dettagli toponomastici che raccontano l’evoluzione del tessuto urbano.
Tony, raccontaci questa mostra.
«Sono legato al Museo Civico di Palazzo Cuttica perché, nel 1980, avevo realizzato una mostra di pittura metafisica, presentando i miei quattro anni di lavoro. Oggi torno con una mostra di cartoline, un centinaio di immagini di Alessandria. Non ho scelto una tematica precisa, anche se alcune sono a tema natalizio: si tratta di cartoline tra quelle che ho già pubblicato nella mia rubrica su La Stampa e altre “inedite”, che non sono ancora uscite. Sono una piccolissima punta dell’iceberg, rispetto alla quantità di materiale che ho a disposizione (sorride). Al centro, come sempre, c’è Alessandria».
Quando è iniziata questa tua passione per il collezionismo?
«Ho iniziato nell’83, collezionavo le cartoline più comuni, ma già all’epoca mi piaceva l’idea di metterle insieme da parte per fare una bella raccolta. Ci si trovava tra amici e avveniva lo scambio: molte cartoline provenivano da materiale in esubero, da mercatini, dai conoscenti o dai vicini di casa. Oggi anche questo settore si è evoluto, seguendo i nuovi mezzi: se al mercato ne vedi 100, su internet ne vedi 10 mila, c’è più scelta».
È un hobby che si sta perdendo?
«In genere si dice che il collezionista è vecchio. Ma quando ho iniziato a collezionare avevo quasi 30 anni. Per cui non c’è età, basta lasciarsi guidare dall’istinto e dall’amore per certi soggetti».
Le cartoline che porti nel cuore.
«La prima cartolina, che è costata 100 mila lire, con il tram a vapore che passava in piazza Garibaldi. Invece, quella che mi ha dato più soddisfazione, presa da un collezionista amico, raffigura il mercatino di cose antiche o di “ferraglia” di piazza Tanaro, dove si intravedevano la chiesa di San Giovanni Decollato e via Casale, che non era ancora coperta dall’attuale palazzo accanto all’edicola».
Alessandria è sempre al centro.
«Sono figlio di calabresi, ma questa città mi è piaciuta da sempre. L’ho conosciuta pezzo dopo pezzo, sin da quando ero bambino. E poi, più tardi, ho iniziato a girarla tutta da solo: conoscevo qualunque vicolo, portone o cortile. Questa città fa parte del mio DNA. Il mio auspicio è che tutti coloro che vengono da fuori si possano affezionare alla città, come ha fatto la mia famiglia. Questa terra ci ha dato la fortuna di vivere in maniera degna, pur con la fatica del lavoro».
Un consiglio per chi visiterà la mostra.
«Nessun consiglio, non c’è un ordine temporale né geografico. Il visitatore si incanterà davanti a una cartolina piuttosto che a un’altra, in base ai propri ricordi. Si dice che la bellezza sta negli occhi di chi guarda: è così anche per una cartolina, che può parlare in modo diverso a tutti coloro che la guardano».
Info: www.asmcostruiamoinsieme.it.
La Voce Alessandrina Settimanale della Diocesi di Alessandria

