Verso le Unità pastorali
Il Vescovo ha deciso alcuni importanti spostamenti tra Spinetta e Centro città. Spostamenti che vi raccontiamo qui, e che riguardano tre religiosi e un sacerdote diocesano: parliamo di padre Giorgio Noè, padre Daniele Noè e padre Lorenzo Tarletti (i frati di Spinetta e Litta Parodi) e di don Mauro Bruscaini, già rettore del seminario e parroco del Centro. A loro abbiamo chiesto che cosa provano, alla vigilia di questa nuova avventura pastorale.
Padre Giorgio, sei contento di questo spostamento?
«Sì, decisamente sì. Sono contento perché credo che questa esperienza sia una opportunità di crescita e di conversione. Le Unità pastorali sono una grande sfida, per noi e per la Diocesi: possono creare qualche timore, ma non dobbiamo lasciarci sovrastare dalle perplessità. Questi spostamenti non sono un “capriccio”, qui evidentemente c’è la mano di Dio. E noi frati siamo lieti di assecondare la volontà del Signore… Non vogliamo assolutamente che si creino comitati o raccolte di firme per convincere il Vescovo a cambiare idea. Desideriamo contribuire a portare avanti il disegno che Dio ha sulla nostra Chiesa diocesana: lasciamo che sia Lui a scegliere dove e come. Invito tutti a guardare questo momento con uno sguardo di fede».
Padre Lorenzo, che cosa vuoi dire ai tuoi parrocchiani di Spinetta e Litta Parodi?
«Spinetta e Litta sono due realtà diverse tra loro, ma in questi anni hanno risposto positivamente al progetto di una pastorale comunitaria. Ci hanno accolto subito con grande speranza: a loro voglio dire che, pur nel dispiacere di andarcene, sappiamo che chi ci sostituirà sarà capace di dare loro la stabilità e l’attenzione che meritano. Da parte mia, vorrei chiedere al Signore di farmi trovare pronto per questa missione nell’Unità pastorale del Centro. Sono certo che i miei Superiori mi aiuteranno a calarmi dentro questa realtà, e insieme ai laici cercheremo di fare un buon lavoro. A coloro che incontrerò chiederò di sostenerci e aiutarci nella comunione. Siamo fratelli in cammino, insieme».
Padre Daniele, tu invece che cosa chiedi a chi incontrerai nell’Unità pastorale del Centro?
«A tutti chiederò una cosa sola, se possibile: la pazienza, tanta pazienza, e il poter camminare insieme. Così come desidero ringraziare di cuore i parrocchiani di Spinetta e Litta Parodi: a loro va la mia e la nostra riconoscenza per come ci hanno accolti, per la loro disponibilità nel lasciarsi accompagnare nel percorso pastorale che abbiamo intrapreso».
Veniamo adesso a don Mauro Bruscaini, che prima di rispondere alle nostre domande vuole fare una premessa. «Desidero ringraziare il Signore per la comunità del Centro città con cui ho vissuto questi ultimi anni, e per la fraternità tra noi sacerdoti e con i laici. Sono stati quattro anni molto intensi, belli e impegnativi, pieni dell’azione dello Spirito di Dio pur in mezzo alle nostre fragilità. Voglio veramente ringraziare tutti per il cammino fatto; vi porto tutti nel cuore».
Don Mauro, sei contento di “trasferirti” nell’Unità pastorale Fraschetta-Marengo?
«Sì, sono contento! Per me sarà sicuramente un’esperienza nuova e stimolante. Ricominciare non è semplice, ma sono certo di incontrare un vissuto che è segno del passaggio di Dio nella vita delle persone. Sono curioso di vedere che cosa Dio ha fatto, quali meraviglie ha compiuto nelle comunità che sto per conoscere».
Che cosa chiedi a chi incontrerai?
«Di camminare insieme, e di accogliermi nella loro vita, di fare spazio all’opera di Dio. Chiederò anche la pazienza di incontrarci, di conoscerci: la chiederò a me stesso, prima di tutto, come un dono del Signore, per ascoltare il Bene che compie ogni giorno nelle comunità».
E che cosa ti aspetti di trovare?
«Mi aspetto di trovare, insieme al vissuto quotidiano e alle fragilità del vivere, il Signore e l’azione del suo Spirito, per rispondere generosamente insieme ai fratelli e alle sorelle di queste nuove comunità con le quali sono chiamato a camminare in unità. Dedico anche un pensiero speciale ai sacerdoti che già si trovano a operare nell’Unità pastorale Fraschetta-Marengo: io sono l’ultimo arrivato ma penso già a voi, vi porto nel cuore e nella preghiera. Per essere uno di voi, in mezzo a voi».
Andrea Antonuccio
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