La devozione alla Madonna della Salve è antichissima e gli alessandrini sono ricorsi, da sempre, alla protezione della Madre di Dio soprattutto nei momenti di difficoltà della storia cittadina sperimentando la protezione della “clementissima Patrona”, come viene cantato nell’inno in suo onore al termine delle celebrazioni.
Dal 2000, monsignor Gianni Toriggia è il parroco della Cattedrale, dove è presente il simulacro della Madonna della Salve, meta di pellegrinaggio quotidiano degli alessandrini e, in particolare, durante l’ottavario a lei dedicato.
Monsignor Toriggia, qual è il significato del simulacro della Salve?
Rappresenta Maria, la madre di Gesù, ai piedi della croce, sorretta dal discepolo che il Signore amava. Il simulacro esprime plasticamente quanto afferma il Vangelo di Giovanni: “E il discepolo la prese con sé”. E quel discepolo rappresenta tutti noi: per questo siamo invitati a prendere con noi Maria. E lei ci prende per mano e ci fa conoscere e amare suo figlio Gesù.
Maria ai piedi
della croce, sorretta
dal discepolo
amato dal Signore
Da dove nasce la devozione alla Salve?
È bene notare che la nostra devozione alla Madonna non si fonda su apparizioni o fatti straordinari ma sul racconto evangelico di Maria ai piedi della croce.
Quali sono gli eventi che hanno confermato la devozione?
Certamente vi sono stati eventi straordinari: si pensi al misterioso sudore comparso sul volto della Madonna che ha attirato in città moltissimi devoti. Poi, molte persone attestano di aver sperimentato la materna protezione della Vergine.
Eucaristia
e riconciliazione
momenti forti dell’Ottavario
Com’è l’impegno pastorale?
Per noi il desiderio e l’impegno nell’Ottavario in onore della Madonna è di far in modo che la cattedrale sia un luogo di preghiera e di evangelizzazione.
Il Vescovo presiede molte celebrazioni e così ha l’occasione di esercitare il compito di insegnare e di santificare. L’eucarestia e il sacramento della riconciliazione sono i momenti forti dell’Ottavario. Infatti, molti si accostano al sacramento della riconciliazione grazie alla maggior disponibilità di confessori.
Qual è, oggi, la devozione alla Salve?
Molti vengono in cattedrale a venerare la Protettrice. La processione per le vie della città richiama la partecipazione di molti fedeli.
L’auspicio è che questa devozione sia tramandata alle nuove generazioni e alle persone che giungono da altre regioni. L’Ottavario è una vera benedizione per la crescita spirituale del nostro popolo.
C’è un impegno organizzativo per l’Ottavario?
L’organizzazione è molto impegnativa e richiede molti giorni di preparazione. Devo dire un grazie sincero a tanti collaboratori. Un grazie, segnatamente, a monsignor Gianni Merlano, fedele dispensatore della misericordia con la sua presenza quotidiana nel confessionale.
Un grande grazie al sacrestano Aldo, che non risparmia l’impegno del cuore, della mente e delle braccia. Un grazie al diacono Luciano che serve all’altare e guida la preghiera dei Vespri e del S. Rosario.
E lei, come prega davanti alla Salve?
Quando, ogni mattina, prego nella cappella dove si adora il Santissimo Sacramento e si venera la Beata Vergine della Salve rivolgo a lei questa preghiera come è stata tramandata a noi: “Ricordati, o Vergine della Salve che stai davanti al trono di Dio, di dire una buona parola per noi e così ottenere misericordia”.
L’attuale cappella risale ai restauri del 1874-1879. Sullo stesso luogo per circa una sessantina di anni vi fu la bellissima cappella ideata dall’Arch. Cristoforo Valizzone e minutamente descritta dall’Ansaldi. Le decorazioni originali (maggio-ottobre 1877) erano di Carlo Costa e le figure del cav. Gamba; vi provvidero le gentildonne alessandrine riunitesi in Comitato per il restauro della cappella stessa e per la lotteria a favore di tutti i lavori della Cattedrale. Per opera del cav. Gussoni di Torino, la cappella venne rivestita in marmo bianco da terra al cornicione e di marmo venne fatto il pavimento e l’Altare. Questo, di stile bramantesco, fu consacrato il 26 aprile 1879 dal vescovo di Cuneo monsignor Andrea Formica; sul fianco dell’altare una iscrizione ricorda il donatore, Conte Giulio di Groppello: “Ad. Aram. Virginis. Et. Instaurandum. Templi. A. MDCCCLXXIX Julius. Groppelli. Comes contulit. Libellas. Ital. Decem. Millia m.E.P.”. L’incorniciatura della nicchia è in legno scolpito e dorato, su disegno del conte Mella. Nel 1930, a completamento dei restauri generali del Duomo, venne affidata al prof. Boasso il rifacimento della decorazione, con la clausola di conservare la precedente linea e impostazione. Nella cupola si hanno otto figure allusive ad altrettanti episodi della vita di Maria e cioè: lo Sposalizio, l’Annunciazione, la visita ad Elisabetta, la nascita di Gesù, il riposo in Egitto, Maria sul Calvario, l’assunzione al Cielo, Maria SS. Immacolata. Ai lati delle finestre sono dipinti otto angeli in atteggiamenti corrispondenti a ciascuno dei misteri sopra rappresentati. Così sotto la scena della nascita di Gesù, due angeli stanno suonando; sotto il Calvario i due angeli sono immersi in profondo dolore; sotto l’Assunzione vediamo due angeli festosi e sotto l’Incoronazione di Maria, i due angeli sono in atteggiamento di venerazione. Nei quattro paducci della cupola abbiamo Davide e Daniele, Isaia e Geremia che ebbero accenni profetici sulla Madre dell’Uomo-Dio. Nonostante le condizioni stabilite, il prof. Boasso modificò alquanto la precedente decorazione del Costa, ed il prof. Morgari nel rinfrescare i dipinti del Gamba tolse tutti i fondi panoramici, sostituendoli con un informe fondo oro a mosaico. Nell’icona di questa cappella si custodisce il miracoloso simulacro che rappresenta la Vergine sostenuta da san Giovanni Evangelista ai piedi della Croce.
A cura di
Marco Caramagna