E’ fissato per domenica 27 agosto l’appuntamento con la “Festa Popolare” che come ogni anno si svolgerà alla casa “Maria Nivis” di Torgnon (a pagina 6 tutte le informazioni per iscriversi). Abbiamo chiesto a Elisabetta Taverna, presidente diocesano dell’Azione cattolica, di raccontarci che cosa succederà e quali novità troveremo. A partire dallo slogan della festa…
Elisabetta, la “parola d’ordine” di questa edizione è “Insieme c’è più festa”. Ce la può spiegare?
L’abbiamo scelta perché vogliamo sottolineare il significato di collaborazione tra tutti i partecipanti, soprattutto per quanto riguarda i giochi che si svolgeranno nel pomeriggio. L’idea è che tutti insieme cooperiamo per costruire questa festa tanto attesa.
Le novità di quest’anno?
Fondamentalmente sono due: la prima è relativa all’animazione del pomeriggio, mentre la seconda è che ci sarà una parte che in qualche modo “introdurrà” la festa.
Approfondiamo…Per la prima parte, le attività del pomeriggio saranno incentrate sul gioco, pensato con varianti per tutte le età. Invece, per quanto riguarda la parte introduttiva della festa, abbiamo deciso che all’arrivo dei partecipanti ci sarà un momento di accoglienza che permetterà a tutti di entrare nel vero clima della festa condividendo anche la preparazione della celebrazione eucaristica.
Parliamo dei giochi: che cosa troveremo?
Saranno giochi a stand. In questo momento stiamo raccogliendo disponibilità da una molteplicità di persone interessate a condividere con noi l’organizzazione. Abbiamo chiesto di utilizzare principalmente la fantasia e poco materiale: quiz, giochi di abilità, laboratori creativi ma anche qualcosa di più movimentato come staffette o la corsa nei sacchi. Le persone potranno poi chiaramente scegliere a quale gioco partecipare. E anche chi allestisce gli stand può giocare con gli altri. Alla fine unendo i risultati ottenuti da ciascuno renderemo evidente il senso di “insieme c’è più festa”.
Che cos’è per l’Azione cattolica questa festa?
Rappresenta un appuntamento tradizionale che ci permette di tornare nella casa Diocesana. E’ una casa a cui siamo affettivamente legati ma si tratta di un luogo e di una festa di tutta la diocesi. Il nostro desiderio è quello di una condivisione con tutti i gruppi, le associazioni e i movimenti.
Avete collaborato con la Consulta delle aggregazioni laicali. Come mai?
Noi come associazione siamo già all’interno della Consulta, ma per la festa abbiamo lavorato insieme per avere maggiori possibilità di confronto di condivisione, anche a seguito di esperienze trascorse molto positive. La nostra volontà è quella di proseguire perché ci siano periodicamente appuntamenti condivisi.
Che cosa si aspetta dalla festa?
Mi aspetto che sia un’opportunità utile a coinvolgere tutti, grandi e piccini, imparando a utilizzare forme e linguaggi nuovi, capaci di far conoscere un volto gioioso della Chiesa.
Come l’avete immaginata?
Nell’Evangelii Gaudium, al numero 33, c’è scritto: “La pastorale in chiave missionaria esige di abbandonare il comodo criterio pastorale del ‘si è fatto sempre così’”. Il passato non è certamente un peso, anzi è un patrimonio prezioso di cui siamo grati. Ed è proprio per farne tesoro che vogliamo rinnovarci.
Tre motivi per venire a Torgnon?
Primo: per trascorrere un giorno piacevole con persone che si conoscono (ma anche con quelle che non si conoscono!); secondo, per vedere i cambiamenti che sono stati fatti nella casa Diocesana. Terzo motivo: per iniziare l’anno con entusiasmo!
Che cosa desidera per sé e per gli associati dell’Ac?
Come Azione cattolica stiamo vivendo il triennio appena iniziato con grande fermento e slancio positivo e stiamo anche percependo grande fiducia nei nostri confronti. Il mio augurio è che, mantenendo il nostro stile e la nostra identità, riusciamo a essere all’altezza di tante aspettative e a vivere con entusiasmo anche il cammino più ordinario, in stretta collaborazione con le altre realtà. Per questo siamo aperti alla collaborazione di chiunque voglia darci una mano, anche per conoscerci meglio.
Veronica Privitera