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I giovani che amano (e curano) la loro città

RipuliAmo Alessandria

Ruben Sarda: «Non basta stare davanti a uno schermo, bisogna mettersi in gioco»

«Penso che Alessandria abbia delle potenzialità enormi, e vedendola tenuta così male mi sono sentito in dovere di fare qualcosa. Spero di risvegliare le coscienze addormentate di Palazzo Rosso e dei normali cittadini». Così ci racconta Ruben Sarda, 21enne studente di Agraria all’università di Torino, che da venerdì 23 agosto ha deciso di ripulire, con la sua ragazza, la zona vicina al Liceo scientifico e alla stazione. Ruben ha poi creato un evento sui social (“RipuliAmo Alessandria”), invitando i giovani a ritrovarsi in più appuntamenti nella piazzetta dietro lo Scientifico per ripulire le strade da erbacce e rifiuti. Intanto, martedì 3 settembre Ruben ha incontrato Giovanni Barosini, assessore al Verde pubblico del Comune di Alessandria, che ha approvato una variazione di Bilancio di 130mila euro per interventi di pulizia e taglio dell’erba in area urbana, extraurbana e cimiteri. Un segnale importante delle istituzioni in risposta a un gesto d’amore partito dai giovani per curare le “ferite” della nostra città.

Ruben, perché un giovane in vacanza, a metà agosto, decide di dedicare del tempo alla pulizia della sua città?
«Perché in vacanza ho potuto notare quanto le altre città siano tenute in maniera decorosa, mentre al mio rientro ad Alessandria mi sono subito saltati all’occhio, oltre all’immondizia, zone verdi poco curate e marciapiedi pieni di erbacce. Mi è scattato qualcosa dentro. I punti che dovrebbero fare da cartolina di presentazione per Alessandria sono quelli tenuti peggio. Basti pensare alla stazione, oppure ai marciapiedi del centro e ai giardini pubblici. Tengo a precisare che il mio non è un attacco politico contro qualcuno».

Ruben durante il primo pomeriggio di pulizia

Quello che stai facendo c’entra qualcosa con il messaggio lanciato da Greta Thunberg?
«Sinceramente no. Anche se sono di Valmadonna, Alessandria è la mia città e mi sono sentito in dovere di mettermi al lavoro. Diciamo che tutto è nato anche da un post di un mio ex compagno di liceo. In quelle righe veniva fatta una critica costruttiva, dicendo che la città era sporca e che non c’era decoro urbano. Sotto il post ho deciso di proporre questa mia iniziativa, ma il ragazzo mi ha risposto che sono le istituzioni a dover muovere il primo passo. Io, al contrario, penso che siano i cittadini a dover smuovere le istituzioni. E quest’ultime, essendo in soggezione, si mettono a lavorare seriamente».

Un tuo giudizio sul cambiamento climatico?
«È un discorso importante da non sottovalutare. Facciamo fatica ad accorgercene perché non lo viviamo sulla nostra pelle e non lo vediamo con i nostri occhi. Ma chi è abituato ad andare in montagna si accorge che i ghiacciai spariscono, e questo peggiorerà di anno in anno. La natura sta soffrendo».

Le erbacce vicino al Liceo Scientifico

Credi che i giovani possano realmente cambiare qualcosa?
«Il cambiamento deve partire da noi con azioni piccole e nelle nostre possibilità. Ma che siano azioni concrete, non lamentele. Molti giovani sono contrari al cambiamento climatico, ma concretamente non fanno nulla. Non basta stare davanti a uno schermo, mettendo “hashtag” e condividendo post. Se uno vuole collaborare a una buona causa deve mettersi in gioco. Le idee partono nel momento in cui qualcuno inizia a lavorare sul campo».

Una domanda provocatoria: quanto ci riguardano gli incendi in Amazzonia ?
«Questa situazione riguarda noi sin da subito: la foresta amazzonica è il polmone della terra, non possiamo rimandare il problema, che è di oggi, non del futuro. Devono essere ripiantate le porzioni di foresta che stanno bruciando, per non far prevalere la voglia di fare soldi da parte dei capitalisti. Questa è una mia idea personale: gli incendi sono dolosi e provocati per interessi puramente economici. Per fare spazio all’apertura di aziende in porzioni di terra ancora “vergini”».

Come è andato il primo appuntamento di venerdì 30 agosto?
«Innanzitutto tengo a ringraziare i ragazzi presenti: Annalisa Daccà, Giovanni Sarda, Monica Massola, Alessia Cazzulo, Greta Petrozzi, Alessia Gatti, Lara Guidobono, Irene Spagarino, Paola Zanotti, Giorgia Le Caldare, Sofia Gurrera, Lorenza Castellano, Alberto Zenofonte e Sofia Ferrua. L’esito è stato molto positivo: abbiamo riempito otto bidoni del verde, per una capienza complessiva di 1.920 litri, e un bidone dell’indifferenziata da 240 litri».

Un appello ai tuoi concittadini?
«Siamo ancora pochi: stiamo pubblicizzando l’evento sui social e spero abbia sempre più rilevanza. Vogliamo dare un messaggio alle istituzioni: noi cittadini ci siamo, e alla nostra città ci teniamo».

Alessandro Venticinque

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