Fede e medicina di Franco Rotundi
Come è cambiata la professione
Un mio caro amico e collega, di fronte alla mia “recepita” affermazione che si sente dire molto spesso: «Non ci sono più i medici di una volta» (leggi anche Non ci sono più i medici di una volta), mi ha risposto convinto: «E meno male!». Lo capisco, anche se non condivido, perché io, umilmente, continuo a preferire di essere curato da un medico come il mio papà, piuttosto che da uno come me o miei colleghi e colleghe. Lo capisco, ho detto, perché è vero che i medici di oggi hanno a disposizione talmente tanti strumenti tecnologici e “telematici” di diagnosi e cura, che gli errori possono essere ridotti al minimo. In questo discorso si inquadra il grande campo della prevenzione, effettuata anche grazie a questi strumenti diagnostici. Tutto questo ha un enorme valore: diverso è porre in tutto ciò una fede cieca e assoluta, cosa che non solo il mio amico, ma molti altri, pure Credenti, fanno. Non più solo prevenzione di malattie su “stili di vita” come astensione dal fumo, alcool e sostanze, alimentazione corretta, attività fisica ecc., ma diagnosi precoce, meglio “malattia presa in tempo”, meglio “colta sul fatto”.
Tutto vero: solo mi permetterei, da credente e da medico (vecchio), di fare alcune riflessioni. Sicuramente la maggioranza delle malattie neoplastiche, ad esempio, riconoscono gran parte del loro andamento prognostico nel “tipo biologico” del tumore, legato al tipo biologico-genetico del paziente, alla sua età, alla sua collocazione sociale-geografica. Dunque: se è vero che molti tumori sono prevenibili con relativo successo, molti altri lo sono poco o nulla. Anche quelli “prevenibili”, tuttavia, riconoscono una prognosi legata per il 60-80% sempre alla loro natura: solo per il resto alla diagnosi precoce, alla bravura del chirurgo, alla “efficacia” delle terapie. Oggi, inoltre, molte malattie malformative e non, sono diagnosticabili prima della nascita, grazie alle diagnostiche invasive (villocentesi e amniocentesi) e non invasive (ecografia prenatale). Le cure di queste malattie, però, è scarsamente efficace prima della nascita; dunque il rischio di questa nuova “Medicina predittiva”, pur di grande valore, non è altro che l’aborto eugenetico, in presenza di una malformazione “non accettabile” dalla mamma. Svilupperemo oltre questo tema: il medico dovrebbe dire la Verità; la Vita va accolta, senza se e senza ma, nessuno può arrogarsi la scelta di uccidere, invece di curare, alla guisa di una “rupe tarpea” o soluzione eugenetica; oppure deve chiamare le cose con il vero nome. “La Verità vi farà liberi”: solo questo.
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