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Il Festival che fa storia

Città nostra di Carlo Re

Dal 1951 la kermesse sanremese

Il 29 gennaio 1951 i dirigenti Rai, dal teatro Ariston di Sanremo, varavano la prima trasmissione televisiva del Festival della Canzone, un po’ in sordina, con un presentatore, un’orchestra, e dei cantanti allora in voga, testi e musiche con melodia di facile presa sugli ascoltatori. La trasmissione ebbe successo e negli anni successivi Sanremo ed i suoi teatri videro alternarsi i più celebrati autori ed interpreti italiani e stranieri a delizia dei telespettatori. Non mancarono gli intermezzi prosaici comici, sociologici e anche drammatici, accanto alle mode musicali dei cantautori, urlatori, sentimentali, che si diffondevano al mondo intero.

Nilla Pizzi nel Sanremo del 1951

Per l’edizione 2020 (leggi anche il “Granello di senape” Dal Festival si alza una richiesta d’aiuto alla Chiesa,) 70° anniversario, la Rai ha affidato l’organizzazione e presentazione ad un suo affabulatore che, acquisiti artisti fantasmagorici e pirotecnici, personaggi femminili che hanno esaltato la donna con riflessioni sociali ed etiche, nonché un uomo con disabilità capace di elargire profonde emozioni e moniti, ha realizzato spettacoli memorabili. Tenuto conto che per dar spazio a 24 canzoni dei “big,” a 8 delle “nuove proposte” e a una buona selezione di “vecchie glorie”, le cinque serate dal dopo cena si protraevano fin quasi al sorgere del sole del giorno successivo, sarebbe interessante sapere se i lunghi intermezzi pubblicitari davano modo agli spettatori paganti in sala, di rigenerarsi al bar o di soddisfare esigenze fisiologiche.

Va sottolineato il fatto che vari direttori, uomini e donne, alternandosi nella direzione di una sola orchestra, avranno di certo stressato quegli orchestrali che spesso, con la loro esecuzione, surclassavano le voci dei cantanti costringendoli a lanciare acuti inarrivabili. Un giudizio critico sui testi e musiche delle canzoni è meglio lasciarlo al tempo, e come sempre qualcuna prevarrà, ma molte saranno dimenticate.

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