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La ”psicosi” delle mamme

“La pediatra risponde”  della dottoressa Sabrina Camilli

L’articolo di oggi nasce dal desiderio di fare chiarezza e soprattutto, se possibile, di aumentare la consapevolezza e la responsabilità di ciascuno di noi (leggi anche Coronavirus: adesso i bambini sono a rischio?). L’8 marzo su “La Stampa” di Torino, e altri giornali piemontesi, è uscito un articolo sulla psicosi delle mamme da coronavirus.
Nello specifico, una pediatra si è ammalata e sul gruppo social è scoppiata la polemica con gravi accuse nei confronti del medico, creando così il panico generale. A questo punto la Federazione Italiana Medici Pediatri Piemontese ha deciso di replicare con una lettera aperta che in questa sede voglio condividere.

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«Cara mamma (o chiunque tu sia) la nostra amica o collega ha fatto esattamente quello che stiamo facendo tutti noi ogni giorno non solo a Torino ma in tutta la Regione, anzi in tutta Italia: ha visitato i bambini che le mamme portavano nel suo studio con la febbre e i sintomi respiratori che tanto spaventano i genitori.

Non solo, lo ha fatto nonostante sapesse che ognuno di quei bambini avrebbe potuto trasmettere il coronavirus e pur sapendo di avere protezioni valide per se stessa.

Questo perché le protezioni per noi operatori non ci sono: le Asl non ne hanno disponibilità e non ci sono nelle farmacie, nei supermercati e da nessuna parte (ad oggi li stiamo aspettando ma non ci sono disponibilità!!!).

Anche così la nostra collega ha continuato a fare il proprio dovere e ha continuato a visitare i propri piccoli pazienti senza tirarsi indietro, pulendo lo studio a fondo, igienizzando il lettino per ogni bambino lavandosi le mani e il fonendoscopio.

Insomma, ha garantito con i mezzi che aveva a disposizione e che sono quelli che tutti noi pediatri abbiamo, la salute dei suoi pazienti, mettendo consapevolmente a rischio la propria, e come un vero eroe si è ammalata per non lasciare soli i propri malati.

Questo è quello che è successo ed è quello che ogni pediatra del Piemonte sta facendo con la passione e l’amore per il nostro lavoro. Ecco perché invece di criticarla avrebbe dovuto ringraziarla a nome di tutte le mamme. La prossima volta, cara mamma, pensi prima di scrivere.

Per superare momenti come questo è di vitale importanza la reciproca collaborazione con fiducia verso chi si impegna in prima persona ad ogni livello e la presa di coscienza che si tratta di un problema di salute pubblica con assunzione di responsabilità per le proprie azioni da parte di tutti».

Nota bene: Ancora oggi noi medici di famiglia e pediatri non siamo stati forniti di nessun tipo di mascherina.

Ripropongo l’invito di non andare direttamente in Pronto Soccorso, ma telefonare al proprio medico o ai numeri proposti (numeri verdi Regione Piemonte: 800 19 20 20 attivo 24 ore su 24; 800 333 444 attivo dal lunedì al venerdì, dalle ore 8 alle 20). Altrimenti si rischia di fare danni enormi a tutta la popolazione: meno posti negli ospedali disponibili e meno medici disponibili per tutti.

Sabrina Camilli

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