Intervista alla pediatra Sabrina Camilli
Dottoressa, continuando il discorso della scorsa volta come possiamo aiutare i nostri bambini a vivere questo tempo?
«Nella puntata precedente (leggi Vivere bene stando a casa) abbiamo parlato della nutrizione come aiuto fisico. Oggi mi soffermerei sul nutrimento della mente. Stiamo vivendo un momento caratterizzato dalla precarietà e dalla imprevedibilità, e questo alimenta le nostre paure. Le parole come “malattia” o “morte” sono diventate di uso quotidiano. I bambini ascoltano e sentono con la mente e con il cuore. Le paure vengono di notte e dobbiamo imparare ad affrontarle».
Quali consigli ci può dare in questo senso?
«Prima di tutto è importante osservare i nostri bambini e, quindi, ascoltarli. Abbiamo la possibilità, anche se in certi momenti è molto faticosa, di riappropriarci della convivenza familiare. Se ogni componente della famiglia si sente utile all’altro la convivenza risulterà più facile. Possono essere utili immagini, giochi, filmati atti a spiegare come affrontare le difficoltà del momento presente. Trovo che la musica di vario genere, e di gusti graditi a bambini e ragazzi, possa essere utile a livello psicologico. Stimolare la creatività nei giochi o anche nella collaborazione in cucina, può permettere di sopire le emozioni negative».
Ecco, come gestiamo le emozioni negative in questi giorni?
«Dagli studi clinici si è visto che è importante dare alle emozioni un nome o, per esempio, un colore. Dobbiamo aiutare il bambino, e anche noi, a guardare le nostre emozioni, a interpretarle e a dar loro un respiro. Paura, rabbia, tristezza devono essere riconosciute e controbilanciate da emozioni positive come gioia, speranza e pace. Per questo ogni bambino, ogni creatura, deve avere la giusta capacità di reagire con l’elaborazione adeguata alle proprie forze interiori. Questo concetto è stato espresso in maniera molto chiara dalla professoressa Daniela Lucangeli, ordinaria di Psicologia clinica di Padova, molto nota sui social per il csuo impegno a livello educativo. Quindi, dare importanza agli elementi positivi presenti in una drammatica situazione come quella che stiamo vivendo in questi giorni. Per tranquillizzarli, possiamo dire ai nostri piccoli così: “Prima di tutto bambini noi siamo a casa, stiamo bene e siamo insieme”. Questo ovviamente quando la situazione è davvero così».
E per quanto riguarda il lato “spirituale”?
«È importante “inculcare” nei bimbi il pensiero per il prossimo: il vicino di casa che vive solo, gli ammalati, tutti coloro che si stanno impegnando per i sofferenti. Penso sia utile, per noi persone e genitori credenti, educare alla preghiera perché invita il bambino a una sublimazione di sé, nel pensiero volto al Creatore per tutto il creato. Papa Francesco, che abbiamo visto camminare da solo in una piazza San Pietro desolata e piovosa, è l’esempio del cristiano che si inginocchia davanti a Colui che ha sopportato per noi le sofferenze più grandi. Ma poi è risorto per dare speranza a chi non ha speranza. È questo il mio augurio pasquale per ogni bambino, da 0 a 130 anni. Siamo Speranza contro ogni speranza (Rm 4,16-25)».