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Una preghiera, molte versioni

“La recensione” di Fabrizio Casazza

Il sacerdote milanese Matteo Crimella (nella foto di copertina) è docente di Sacra Scrittura presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Alessandria e la Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale a Milano. Ha dedicato la sua ultima fatica al “Padre Nostro” (San Paolo, pp 126, euro 14), in cui commenta questa preghiera secondo le due diverse versioni fornite dagli evangelisti Matteo e Luca.

A partire dai testi ufficiali, tralasciando congetture su ipotetiche versioni preesistenti in aramaico, il libro spiega che tutti coloro «che si pongono alla scuola di Gesù per mezzo delle loro opere, coerenti con la rivelazione e le richieste delle beatitudini, manifestano che Dio è diventato loro Padre» (p. 23). Il dialogo filiale con lui chiede che si realizzi il progetto salvifico che dipende dall’iniziativa gratuita ed efficace del Padre; gli oranti «nello stesso tempo si rendono disponibili a fare la sua volontà come è stata rivelata e resa possibile dalla missione storica di Gesù» (p. 51).

Per quanto riguarda la spinosa questione della passata traduzione dal greco «non c’indurre in tentazione», il volume critica la nuova versione «non abbandonarci alla tentazione», preferendo «non introdurci nella prova» o «non metterci alla prova».

Quindi la preghiera del Signore si conclude chiedendo sia di non essere introdotti nella prova dal momento che questa può trasformarsi in tentazione sia di essere liberati dal Male, peraltro già vinto da Dio.
Con un linguaggio preciso ma scorrevole e con riflessioni profonde ma accessibili il libro offre un’interessante meditazione sulla “preghiera delle preghiere”, consegnata ai credenti nel giorno del battesimo come dono e compito.

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