L’Editoriale di Andrea Antonuccio
Care lettrici, cari lettori,
dedichiamo con affetto questo numero di Voce a monsignor Gianni Merlano, tornato alla Casa del Padre sabato 4 luglio. Una figura, la sua, amata e benvoluta da tutti. Il suo ultimo compito, quello di confessore e penitenziere in Cattedrale, è stato un servizio silenzioso ed efficace alla nostra Chiesa e alla nostra città.
Ed è stato commovente vedere ai funerali (nella foto) un popolo, ben “distanziato”, che rendeva omaggio al suo compianto sacerdote. Dell’omelia del nostro vescovo mi hanno colpito due passaggi (poi andate a leggervela a pagina 10, ne vale la pena).
Il primo: «Quanto è stata importante la presenza fedele di don Gianni in quel confessionale? Quante sofferenze ha ascoltato? Quanti peccati ha assolto?». Quanto è grande, bello, luminoso, il Sacramento della Riconciliazione. E ce l’abbiamo solo noi cattolici! Eppure, quante volte lo “scansiamo” e ci assolviamo da soli… ma non basta, abbiamo bisogno di un Padre che ci perdoni attraverso un altro padre.
Il secondo passaggio: «Ho incontrato don Gianni otto giorni prima della sua morte, l’ho trovato lucidissimo. Abbiamo parlato, anche di cose “spesse”, ma quasi subito dal suo letto si è come rizzato interiormente e mi ha detto, con le mani giunte: “Il Signore sia con te! Ti benedica Dio onnipotente te, la tua Chiesa, nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo”. Ha voluto darmi la sua benedizione, è stato un atto che mi ha commosso profondamente. Un’invocazione, una preghiera, una benedizione».
Un sacerdote umile come don Gianni che benedice il proprio vescovo: se Cristo non fosse stato presente in mezzo a loro, misteriosamente ma efficacemente, sarebbe stato un gesto vuoto, ai limiti del grottesco. Ma con Cristo presente (qui e ora, anche adesso, mentre io scrivo e voi leggete) è il segno di un’Amicizia per l’Eternità.
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